UN MURO NEL KORTILE

Nel Kortile razzolavano Galline dal piumaggio rosso vivo e nobile pedigree. Producevano uova rosa lucido, gustose al palato e geometricamente impeccabili.

Finché, un giorno, uno squarcio imprevisto si spalancò nella recinzione del Kortile. Ingolosite dal varco, un’intollerabile processione di galline nere, bianche e chiazzate, pollame selvaggio e meticcio invase il Kortile.

Le Galline blasonate, inconsapevoli del pericolo, addirittura socializzavano.

Fu Gallocapo a segnalare il pericolo: “È inaccettabile! La falla va tappata!”.

S’indisse un concorso.

Gallodesigner propose una scultura in fil di ferro. Non attese un dibattito. Raggiunse il buco e la saldò lui stesso.

Gallovecchio il saggio, che parlava in rima, scuoteva la testa.

Infatti piccole galline snelle, s’infilavano agilmente tra le maglie più spaziose.

Rete spaziosa fa gallina curiosa”, pensò Gallovecchio.

Questa rete non basta”, sentenziò Gallocapo.

Aggiungiamo cavi ad alta tensione colorati. Ad ogni tonalità il suo voltaggio”, suggerì Gallartista, l’ovaiola più creativa del Kortile. In quattroequattrotto una trama ad alta tensione infittì la rete.

Ma quelle maglie non fulminavano solo gli invasori. Gallocapo assisteva afflitto allo spiedo quotidiano delle sue predilette.

Galline fulminate, addio alle covate“, pensò Gallovecchio.

Eliminate quella rete”, decise, “serve un’altra idea!”.

Galloarchistar presentò il suo sensazionale progetto: un tramezzo minimalista in materiale bio-compatibile: scarti di cibo e bucce di frutta.

Per il nome, Gallomediamanager, un genio della comunicazione, propose: «The Good Wall».

«The Good Wall» ottenne centinaia di pubblicazioni e vinse numerosi concorsi. All’inaugurazione l’hashtag divenne trendtopic. «Aiabella» gli dedicò un numero speciale.

Persino Gallocritico era soddisfatto.

Ma il muro era così buono che quelle dannate, insaziabili, Galline, beccata dopo beccata, se lo mangiarono.

Gallina per natura non rispetta architettura”, rifletté Gallovecchio.

E al Kortile furono punto e a capo.

A quel punto Galloingegnere sbraitò: “Basta orpelli! Ci vuole un muro vero! E per evitare arrampicate, lo faremo alto fino al soffitto!”.

Così Galloingegnere costruì un muro in calcestruzzo con tripla armatura.

Era così alto che oscurava il sole: l’erba seccò, le piante ingiallirono e le Galline s’intristirono.

Galline dolenti fan uova indecenti”, riflettè Gallovecchio.

Demolite quel muro!”, urlò Gallocapo disperato.

Allora si fece avanti Gallovecchio:

Non servono reti, non durano i muri

basta la voce che siano impuri

che lo straniero venendo in alcova

rubi il mangime e inquini le uova”.

Gallocapo, persuaso, istruì una squadra di Pettegole.

Le maldicenze si sparsero in ogni angolo del Kortile così rapidamente che ronde spontanee iniziarono a sorvegliare il passaggio.

E nessuno osò più oltrepassare il varco.

Muro pregiudizio più efficace del cementizio”, concluse Gallovecchio.

(Questo racconto è stato pubblicato nella rubrica “L’Archintruso” su ilgiornaledell’architettura.com – QUI)

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