Il mio amico Roberto ama ripetermi il proverbio: “Una mela al giorno toglie il medico di torno”.
Sostiene, infatti, che gli basta mangiare una mela al giorno per mantenersi in perfetta salute.
“Hai provato con una pera?” gli ho chiesto.
“La pera non funziona. Non ho provato ma ne sono certo”.
Roberto, effettivamente, nonostante non sia più un ragazzino, gode di un invidiabile salute.
D’altronde è uno che ci sta attento. Ogni mattina corre dai cinque agli otto chilometri, nel parco.
Non beve alcolici, giusto un bicchiere di vino ogni tanto, non ha mai fumato una sigaretta in vita sua. Non mangia (quasi) mai frittura ed insaccati, pochissima carne rossa. Si veste a strati ed in ufficio ha un phon per asciugarsi i capelli se la pioggia, ad esempio, lo sorprende in strada.
Dorme regolarmente otto ore per notte pianificando ogni suo impegno annotandolo su una piccola agendina rossa che tiene in tasca.
Ma tutte queste cose non sarebbero sufficienti, sostiene, se non mangiasse una mela al giorno dopo pranzo o, se non gli è possibile, dopo cena.
Sua moglie mi ha confermato che questo avviene da circa quattordici anni. Così come questa sua attitudine a pianificare ogni cosa. Sua moglie non ne può più di entrambe le cose.
“Mi annoia da morire” mi confessò una volta.
Ho fatto una ricerca: non vi è nessuna base scientifica che dimostri che chi mangia almeno una mela al giorno non contragga malattie. Certo, la mela è un frutto che fa bene, ricco di vitamine e sali minerali, utile a prevenire colesterolo e la glicemia, ma dal punto di vista strettamente medico, questo non è sufficiente.
E’ capitato che io e Roberto andassimo insieme al supermercato: al reparto frutta si sofferma a lungo sulle qualità di mele presenti. Non è raro che mi spieghi con precisione la differenza tra una mela Annurca e una Renetta, o tra una Pink Lady e una Cotogna. Con un leggero tocco delle dita, Roberto riesce a stabilire il grado di maturazione della mela, in alcuni casi si sente in dovere di dare dei consigli al banconista. Se valuta che una qualità di mela sia troppo costosa lo fa notare subito. Viceversa, quando ci sono delle buone offerte, mi spinge a comprarle.
Al supermercato lo conoscono come “Quello delle mele”.
Tempo fa siamo stati a cena, io ero con mia moglie e Roberto con la sua. All’ultimo si è aggiunto anche Giulio, un altro nostro amico.
Verso la fine della cena, la discussione è finita sulle abitudini virtuose di Roberto.
“Sono esasperata da tutta questa regolarità” ha detto la moglie.
Non mi pareva delicato parlare di regole e stili di vita in presenza di Giulio che, da quando aveva divorziato, conduceva una vita dissennata: beveva troppo, fumava decine di sigarette al giorno e non faceva mai attività fisica trascorrendo sovente notti insonni a girovagare per i bar o a giocare alla playstation a casa di altri scavezzacollo come lui. Uno stile di vita che lo avrebbe condotto a morte certa.
Un vero peccato: Giulio, pur negligente e perennemente spettinato, rimaneva un bell’uomo, mi ricordava Mastroianni in “Dramma della gelosia”. Da inserire con pieno merito nella categoria: “belli e dannati”.
“Giulio reagisci, cerca di tirarti su” gli dissi.
“Non è semplice” mi rispose mentre buttava giù il terzo bicchiere di rosso.
“Prova a trovarti un’altra donna” disse la moglie di Roberto.
“Ci provo ogni giorno” rispose.
Seguirono alcuni minuti durante i quali provammo a scuotere Giulio, finché Roberto propose: “Inizia mangiando una mela al giorno”.
“Una non basterebbe” rispose Giulio.
“Provaci”.
“Dici che servirebbe ?”.
“Certamente”.
E’ finita che Roberta ha convinto Giulio, che da quella sera, ha iniziato a mangiar mele.
Non una, ma molte mele al giorno per compensare, secondo i suoi piani, quella vita piuttosto sregolata, sia quella del passato che quella del presente, dalla quale, con fatica, stava tentando di eliminare alcool e sigarette.
Un giorno Roberto mi aggiornò sulla situazione, mentre eravamo al supermercato.
“Giulio è all’ospedale” mi disse
“Cos’ha?”
“Varie cose. Un’ulcera perforante, un’insufficienza cardiaca. E anche un filo di depressione”.
Ci recammo tutti al vecchio policlinico. Trovammo Giulio al quarto piano, nel reparto stomatologia.
Roberto sollevato sul letto, consumava lentamente la sua cena: una brodaglia giallo scuro. Sembrava smunto e mal messo, i suoi capelli erano spettinati come sempre.
Uscendo incrociammo il primario.
“Il vostro amico se la caverà” ci disse “ma dovrebbe smetterla di mangiare quindici mele al giorno”.
“Quindici mele sono tante” commentò Roberto.
“Troppe” chiosò il primario.
Ora so che Giulio è di nuovo a casa, non mangia più tutte quelle mele, credo, però che sia tornato anche suo stile di vita dissennato.
Però non pensa più alla ex-moglie, ha voltato pagina e si sente molto meglio.
Roberto invece sta di merda. La moglie, stufa delle sue regole, lo ha mollato.
Si vede con Giulio, così mi hanno detto al supermercato.
Quando Roberto le ha chiesto spiegazioni, lei ha risposto: “Frutto proibito è più saporito”.
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