Renatino è «un grande»: fa l’architetto.
In un mondo di luoghi tristi, periferie e abusi edilizi lui è l’unico additivo. L’unico che aggiunge un po’ di bellezza alle città.
Tuttavia questo gli costa sacrificio.
Infatti lui si chiamerebbe Renato, ma si è talmente sciupato che il diminutivo ha preso il sopravvento.
Gli avevano augurato un lavoro meno impegnativo e stressante, ma siccome Renatino ama la libertà, specie quella d’espressione, ha scelto questo.
Infatti ha deciso anche di lavorare in proprio.
E, da quando ha aperto la partita iva, lavora 365 giorni all’anno.
Niente ferie, né gratis né pagate, niente tredicesima, nessuno che gli versa i contributi, niente “malattia”, nessuna garanzia, sindacati, sicurezza. Niente. Renatino gira nella «ruota», come un criceto.
Altrimenti non ce la fa a pagare Inarcassa, stare dietro ai clienti soprattutto a quelli morosi, alla tecnologia invasiva e inutile, agli uffici pubblici irritanti e inefficaci, agli artigiani pigri e saccenti, alle ditte disoneste, ai computi metrici, ai cantieri e ai “vicini” di cantiere.
Ma Renatino non si arrende. E’ la passione che lo muove.
Oggi, domenica, abbiamo raggiunto Renatino nel suo studio. Così possiamo fargli direttamente delle domande.
“Renatino, ma è vero che lavori 365 giorni all’anno?”
Ma Renatino adesso non può rispondere, sta cercando di capire come mai stamattina non funziona il collegamento con uno sportello telematico. E poi deve anche rispondere alle PEC accumulatesi durante la settimana e controllare uno stato di avanzamento, farlo oggi a causa della minaccia perentoria, di entrambe le parti in causa, di non corrispondergli compenso.
Senza contare che, da quando è esplosa la superbonus-mania, Renatino rischia seriamente l’esaurimento nervoso.
Un suo omonimo ha trovato lavoro nella fabbrica di un noto formaggio a pasta dura. E’ molto probabile che non abbia dovuto laurearsi per essere assunto, infatti mescola latte, sale, caglio e siero coi batteri lattici da quando aveva 18 anni. Poi lo sistema in un recipiente e lo accantona per la fermentazione.
Fa questo tutti i giorni. Ed è felice.
Forse perché il formaggio si vende al chilo (18 euro e cinquanta quello stagionato 24 mesi) e il suo settore non va mai in crisi.
Ma l’architettura non si vende al chilo. Nemmeno stagionata. E non se la passa tanto bene, specie in Italia.
Tuttavia quando l’architetto, produce una buona architettura si sente un buon profumo: è l’amore che ci mette Renatino.
Renatino lasciatelo dire: “sei «il meglio»”.
Riproviamo a chiedergli: “Renatino, ma è vero che lavori 365 giorni all’anno?”
Renatino, sfiancato, annuisce.
Chissà se è felice.
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