Un giorno, tornando a casa, Piero sentì un flebile miagolio provenire da un cumulo di rifiuti.
Pensò di avere le allucinazioni e stava per tirare dritto.
Ma il lamento si faceva più forte e allora si avvicinò. Frugò un po’ tra la spazzatura, finché scorse una piccola gatta bianca adagiata in un cartone da detersivo.
Il felino lo guardava con occhi pietosi e tristi.
Piero, che non aveva mai posseduto un animale domestico, ci pensò qualche minuto su, quindi decise di tenerla con sé e la raccolse.
Si incamminò nuovamente, ma quando era proprio dietro l’angolo di casa, udì una fragorosa esplosione. Corse allora, tenendo la gatta ben stretta tra le braccia.
Fino a che vide una nuvola di fumo denso, nero come l’inferno, sollevarsi proprio dal suo palazzo.
Lo scoppio aveva divelto un’ala del fabbricato, rovesciando in strada i detriti di un’intera parete laterale.
Piero riconobbe l’interno del suo salotto e l’abitazione dell’inquilino sottostante completamente devastata.
“E’ per una fatalità che lei sia ancora vivo” gli disse il carabiniere che recintò l’area.
“Tutto merito della gatta” pensò Piero.
Infatti la chiamò “Fatalità”.
Fatalità si rivelò da subito una gatta piuttosto indisciplinata.
Mentre ancora era in cerca di una nuova casa, Piero dovette andare spesso a recuperarla in giro per la città.
Un giorno la vide scappare, allontanarsi lungo la statale e quindi immergersi in una fitta siepe e scavalcare una cancellata, fino ad atterrare in un giardino. Proprio ai piedi di una parete dove campeggiava il cartello “Vendesi”.
“Se Fatalità è giunta fin qui…” pensò Piero.
Infatti era una bellissima casa, in liquidazione ad un prezzo assolutamente conveniente.
Fatalità prevedeva tutto.
Piero iniziò a fidarsi.
Un giorno Fatalità si fece ritrovare aggrappata ad un distributore di “Gratta e vinci”. Piero inserì una banconota e acquistò due biglietti vincendo alcune migliaia di euro.
In un’altra occasione Fatalità si arrampicò su un cornicione di una banca proprio mentre dentro avveniva una rapina.
Piero chiamò i Vigili del fuoco e la sirena mise in fuga i rapinatori.
Tutte le volte che si allontanava, Fatalità conduceva Piero ad un incontro col destino.
Una volta, ad esempio, Piero dovette andare a riprendere Fatalità in un grande capannone abbandonato.
Mentre era là che lo recuperava, entrò l’uomo che ne era proprietario e propose a Piero di acquistarlo.
“Lo prenda. Ne ho già mutato l’uso in abitativo” il vuoto accentuò l’eco di quelle parole.
“Ma chi vuoi che ci viva in un capannone industriale?” si chiedeva Piero, ma poi vide che Fatalità si arrampicava impertinente sulle travi in ferro dei soffitti e accettò il rogito.
Fatalità era dispettosa ma si lasciava accarezzare da tutti, tranne che dalla moglie di Piero della quale diffidava.
Un giorno Piero ritrovò Fatalità alla fermata del bus. Si avvicinò per acciuffarla ma proprio in quel momento spalancò le porte il «166» in transito e Fatalità ci saltò su. Piero la seguì ma non fece in tempo a scendere che le porte si richiusero e quello ripartì.
Piero allora si sedette e attese la successiva fermata.
Ma quel bus era diretto fuori città e si fermò solo dopo alcuni chilometri.
Quando le porte si riaprirono Piero si ritrovò in una piazza anonima.
Era l’imbrunire e una serie di locali servivano aperitivi ai clienti.
Là scorse sua moglie e un tale, seduti intorno ad un tavolino di bambù, che si scambiavano effusioni sorseggiando un Martini.
Seguirono anni meravigliosi!.
Se Piero aveva voglia di vedere un film, Fatalità lo conduceva nel cinema giusto. Se desiderava mangiare bene ma spendere poco, Fatalità scappava nei ristoranti dove c’erano le proposte migliori.
Lo stesso per i saldi nei negozi.
Fatalità prevedeva anche quelli.
Quanti amici fedeli e donne meravigliose Piero conobbe grazie a Fatalità!.
Un mattino di buon’ora Fatalità si dileguò.
Piero lo attese alcune ore, quando furono le cinque del pomeriggio decise di uscire a cercarlo.
Fece il solito percorso ma non lo trovò.
Finché lo vide litigare con un altro gatto sullo scalone di una piccola biblioteca.
Ma quando provò ad acciuffarla, Fatalità prese la via del portone e si rifugiò all’interno.
Là Piero conobbe una strana tipa che cercava una casa senza pareti.
“Le andrebbe di vivere in un capannone?” le propose Piero.
Purtroppo, invecchiando, Fatalità divenne una gatta sedentaria.
Piero sperava che fuggisse ogni tanto, ma quella rimaneva appollaiata ai piedi della cancellata guardandolo con i suoi occhi tristi, senza più muoversi.
Durante la quarantena Piero e Fatalità trascorsero diverso tempo in giardino.
Fino a quando Fatalità, con un balzo imprevedibile, sorpassò la cancellata, si immerse nella siepe e sparì.
Avevano appena ordinato il lockdown.
Piero non poteva uscire per andare a cercarla.
Fatalità lo aveva previsto.
(#3 – continua)
(Nella foto: lo scrittore Haruki Murakami con il suo gatto bianco)
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Capitoli precedenti: L’invisibile Nikolas #1