PAOLA, LA LINEA, IL PRIMA E IL DOPO.

lineaLei si chiama Paola.

E pensa spesso, in questo frammento della sua vita, che deve esserci stato un momento, dove ha smarrito la direzione che credeva di condurre. Ci pensa la mattina presto, mentre fa colazione, durante il giorno, mentre è in coda alle poste o durante la pausa pranzo. Ci pensa di sera, quando cerca di addormentarsi. Ci pensa quando è da sola, ma anche quando è in compagnia (ma in realtà si sente sola).

Se esiste quel momento, pensa Paola, deve esserci allora anche un “prima” e un “dopo”; l’immagine di quel momento le passa davanti agli occhi, ma non riesce a metterla a fuoco; eppure ne è certa: c’è un episodio, un giorno preciso nel quale ha cominciato a perdere di vista la linea lungo la quale si muoveva la sua vita.

In particolare Paola ripensa spesso al “prima”.

Il tempo dovrebbe cancellarne il ricordo, invece più si allontana più Paola recupera pezzi della sua vita di “prima”. Si ricorda chiaramente l’esistenza della felicità (ed è strano, la felicità è una alchimia sconosciuta), ricorda la confidenza che aveva con il futuro e con la libertà.

Paola ricorda momenti di profonda paura ma anche il sollievo del pericolo scampato. Ricorda che aveva dei sogni piuttosto chiari, che, quando decideva di andare a dormire, li rivedeva dinanzi ai suoi occhi chiusi, li metteva in ordine con attenzione ed erano appassionanti discorsi da formulare, percorsi da percorrere. La notte: appunto: Paola si ricorda che c’era molta notte, silenziosa e creativa, nella sua vita di “prima”; ricorda una grande fiducia nel tempo. Settimane che scorrevano lente e profonde.

Quindi il “prima” è un racconto piuttosto chiaro.

Poi da qualche parte della sua vita ci dovrebbe essere pure il momento da quando le cose sono cambiate. Se potesse tornare indietro, Paola andrebbe a cercare quel primo incrocio imboccato male, quelle parole che non doveva dire, la scelta che non doveva fare.

Paola ha smarrito la linea della vita da molto tempo. Quella che talvolta voi vedete in giro, infatti, non è più lei. E solo quella parte di lei che è stata costretta a diventare per rimanere a galla, trincerata in difesa per non soffrire, per non far soffrire. Per questo accadono nella sua vita, oramai, solo cose poco importanti. O almeno così le sembra.

A volte pensa che in qualche dimensione, parallela, stiano accadendo le cose che le toccavano e che lei ha evitato di incontrare. Osserva la vita delle persone intorno a lei che si riempiono di cose; gente capace di grandi imprese, che sanno crollare, rialzarsi e ritornare a fare grandi opere. Paola ammira il coraggio dei falliti che sanno reinventarsi la vita, di coloro che dopo aver lavorato anni intorno ad un’idea ne decretano la fine e voltano la pagina. “Dov’è la vostra direzione ?”, vorrebbe chiedergli, “State scegliendo bene il vostro percorso ?”. Per imparare come si fa.

Da qualche tempo Paola, corre.

Per adesso sta  imparando a seguire quella linea bianca, dritta, che scorre davanti ai suoi occhi. Specie quando la fatica le annebbia la vista e le taglia il respiro, Paola si ripete: “corri sulla linea, corri sulla linea”. Prima non ci faceva caso, la linea è sempre stata sotto i suoi piedi, eppure la ignorava, guardava avanti, di lato, talvolta non guardava per niente; faticava con passione e inconcludenza ma senza una guida. Non correva sulla linea, in sostanza. Ora che finalmente la conosce, lo fa, non è tanto, ma è già qualcosa; un inizio.

Mentre Paola corre, la linea non dovrebbe scomparire mai; tuttavia in alcuni casi della linea bianca è rimasto solo un minuscolo bordo. Ci sono strade dove la linea bianca è oramai consumata dai passi della gente. Milioni di passi, lenti o di corsa, l’hanno cancellata o hanno provato a farlo, perché lei è sempre là; un’ombra, un alone sotto i suoi piedi, compare, scompare, ma c’è.

Quando Paola pensa di aver corso abbastanza, deve ancora guardare la linea per non farsi lasciare; ti abbandona il fiato, ti mollano le gambe, ma lei continua a guardarti dal basso e ti indica dove andare.

Paola sa di stare nel solco solo quando va di corsa, per tutto il resto del tempo, salta da una strada all’altra e continua ad evitare che gli accadano le cose vere della vita. Ma ora che ha confidenza con la linea bianca, cerca di usarla.

Di dimenticare il “prima”, di sistemare il “dopo”

Però Paola è solo un nome di fantasia, in realtà non esiste, così come non esiste mai veramente un “prima” e un “dopo”.

Forse neanche la linea, quella esatta, esiste.

 

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