“Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo (…)” – dal Vangelo di Luca.
Oggi:
Città d’arte, esterno sera. Truppe di cinesi armati di reflex vagano in centro. Non c’è una camera libera neanche nel peggiore dei bed&breakfast.
San Giuseppe e la Madonna (al termine dei tempi) cercano un alloggio. Camminano assai, oltre la ferita dei binari ferroviari, dove si apre il mondo dei quartieri popolari: puzza di poveri, vento che fischia. Cortine di edifici dritti come uno sparo, grigi come topi.
“Mettiamoci là” dice Giuseppe scorgendo una delle tante tettoie smantellate: non ha scelta. Intono capannoni di aziende fallite, carcasse d’auto, tombini tombati.
Tra i cartoni, si accomodano.
Là, nasce Gesù.
“E’ una notte bellissima” dice Giuseppe ma non fa in tempo a finire la frase che si presentano i vigili. In due, come da regolamento.
“Facciamo subito un verbale per occupazione di suolo pubblico” dice il primo estraendo il blocchetto.
“Siamo all’interno di una baracca” risponde Giuseppe, “è suolo privato”.
“Quindi… violazione di domicilio”.
“Non era transennato”.
“Dunque… è abusivo” conclude il secondo.
Gesù, intanto, piange piano.
Svelto sopraggiunge personale dell’ufficio tecnico comunale in pattugliamento straordinario. Come se non aspettasse altro.
Sono in tre: un geometra, un neo-architetto sottopagato part-time (che tiene la borsa) e l’assessore alla legalità con delega al decoro urbano.
Discutono, misurano, si scambiano opinioni. Ridacchiano.
Il geometra redige verbale: “Il giorno 25 Dicembre, alle ore …., personale dell’ufficio tecnico in collaborazione con il comando della polizia locale, si recava presso la via…. all’altezza del numero civico … Lungo di essa rinveniva manufatto realizzato in muratura portante di dimensioni mt. 3,00 di larghezza e mt. 2,50 di profondità, con copertura in lamiera, di altezza interna variabile tra mt. 3,50 e mt. 2,00. Da una verifica di ufficio il manufatto risultava privo di qualsiasi autorizzazione edilizia …. Si apponevano sigilli eccetera”.
Eleva sanzione: 516 euro.
“C’è un neonato, solo per questo non procediamo allo sgombero” dice l’assessore.
“Che culo!” risponde Giuseppe.
“Non faccia lo spiritoso. Firmi qui”.
Giuseppe firma: non ha scelta.
“Domani al massimo dovete sloggiare” continua, “mandiamo la ruspa”.
Vigili urbani e tecnici disumani, si allontanano.
Gesù piange.
Torna la calma, si presentano tre pusher.
“Volete fumo?”
“incenso ne avete?” chiede la Madonna.
“No. Abbiamo hashish, eroina, coca. Roba buona che vi manda in paradiso”.
“No grazie. Siamo a posto così” dice Giuseppe.
Dal fondo della via spunta il blu lampeggiante della volante dei carabinieri, i pusher si dileguano nella notte.
Gesù ora piange forte.
La volante accosta. Un finestrino va giù.
“Buonasera”.
“Buonasera comandante” dice Giuseppe.
“Ci sono problemi?”.
“Tutto a posto” risponde Giuseppe.
Un carabiniere si sporge, guarda, riguarda, poi dice: “Vabbè. Ma niente casino, okkei?”.
“Niente casino, promesso”.
Finestrino che torna su. Volante che si allontana.
Compaiono due parcheggiatori, abusivi. Uno grosso ed uno smilzo.
“Una cosa a piacere: tre euro” dice il grosso.
“A piacere? Tre euro! Così tanto!” risponde Giuseppe.
“Posto al coperto. Tariffa doppia” risponde lo smilzo.
Giuseppe tira fuori le monete: non ha scelta.
Arriva un gruppo di clochard.
“Questo è il nostro posto” minaccia uno barbuto.
“Abbiate pazienza. E’ solo per una notte. Ci stringiamo” risponde Giuseppe.
Allora si stringono. Ora sotto la tettoia sono in otto: Giuseppe, la Madonna, Gesù, un barbone rumeno, due senegalesi, un ingegnere divorziato e un terremotato irpino. Si spartiscono i cartoni.
Si ferma un auto bianca. Ne fuoriesce un uomo in camice bianco: l’ispettore sanitario.
“Sarei fuori servizio, ma visto che sono qui…”. Estrae taccuino e redige verbale.
“Addì 25 Dicembre, lungo via … dopo sopralluogo, il sottoscritto dott … rinveniva nucleo di occupanti alloggiati in rifugio di fortuna manchevole di condizioni minime di abitabilità per superficie, carenza di servizi igienici …eccetera…”.
Eleva nuova sanzione. Nuove 516 euro.
“Ha 60 giorni per mettersi a norma” suggerisce. Poi saluta.
Giuseppe annuisce: non ha scelta.
Sopraggiunge gruppo di volontari. Portano coperte e brodo caldo.
Gesù adesso non piange.
“Oddio, c’è un bambino. Chiamiamo un’ambulanza!”. La chiamano.
“Dove siete?” risponde quello del 118.
“Periferia. Fate presto”. Spiega la via.
“Non è facile. C’è traffico in città. Non vi muovete da là”.
E chi si muove.
“Mi dia le generalità”.
“Le passo il padre” preferisce la volontaria.
Giuseppe da nomi e cognomi: non ha scelta.
Passa un’ora, due prostitute, un cantante trap, il ragazzo delle pizze col cinquantino, di nuovo i pusher, un runner notturno, due tifosi che litigano per un rigore.
Giuseppe ripensa al “Niente casino” garantito al carabiniere.
Dopo due ore si è formata una folla. Troppo vociare.
Infatti arriva la Digos.
I senegalesi si nascondono. Il rumeno, sfacciato, se ne fotte.
“Favorisca documenti!” urla il poliziotto.
“Non li ho”, dice Giuseppe.
“Extracomunitari?” chiedono.
“Diciamo”.
“Clandestini!” sentenzia l’altro. E si frega le mani.
Perquisiscono Giuseppe, faccia contro il muro.
La Madonna prova a spiegare.
L’ingegnere si mette in mezzo. Volano due schiaffi, una manganellata. Il rumeno finisce in questura. Giuseppe sanguina da un labbro mentre tiene in alto le mani: non ha scelta.
Arriva l’ambulanza.
“Ma che fate? Picchiate San Giuseppe?” dice il medico.
“Macché picchiate! Il signore è scivolato!”. Dice il poliziotto.
Gesù ripiange.
“Se il signore è San Giuseppe allora il bambino è Gesù” urla un infermiere.
“Oh Madonna!” dice l’ingegnere.
“Sono qui” risponde la Madonna.
Il Digos intuisce la “malaparata”, afferra la radio e chiama rinforzi.
Arriva la televisione: Skynews, Rainews, Barbaradursonews, Vespa sospende la promozione del suo nuovo libro. Gramellini scrive un editoriale istantaneo. Il tg nazionale apre con un collegamento in diretta.
Giuseppe rilascia un’intervista: non ha scelta.
Gesù non piange. Anzi, già che c’è, si esercita compiendo alcuni mini-miracoli: trasforma i senegalesi in virtuosi del bongo e il runner in maratoneta. Moltiplica le pizze del garzone. Le prostitute cambiano vita ed il trapper genere musicale; l’ingegnere ritrova un vecchio amore, il terremotato la fiducia.
I tifosi, complice la VAR, fanno pace.
Il parcheggiatore restituisce i tre euro.
Ricompare l’assessore e straccia la multa.
Passa la stella cometa, ma è solo una scia chimica.
Arrivano pure i rinforzi. Due auto: da una scende Salvini.
Si piazza tra la Sacra famiglia e scatta il selfie.
Centocinquantamila like in mezz’ora: un successo della Madonna.
Gesù ora ripiange. Fortissimo.
(Tanti auguri).
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