Breve poesia in terzine con rima incatenata (o dantesca) dedicata all’ultimo tenace bagnante che non si arrende alla fine dell’estate.
“L’ultimo bagnante laggiù v’è siffermo
abbigliato indeciso a braccia incrociate
ammira il disegno del mare d’inverno.
Adesso è nel posto che occupava d’estate
nel duro silenzio sfiorendo l’Ottobre
proprio là dove furon le folle sedute.
Fiero e romantico l’uomo solo si scopre
felice e in salute respirando l’aroma
che cura lo spirito e anche il naso riapre.
Riflette al destino che il tempo gli intona
stagioni sfuocate nei ricordi e dovunque
barriere ed esami che la vita diploma.
Banale intuire qual’è il sogno che insegue
che duri in eterno il lieto momento
tornando all’istante che un giorno gli piacque.
Daremo al bagnante un merito intanto
speran che la sorte lo segua perbene
si elevi alla spiaggia il suo monumento”.
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