LO SPOSTATORE

Con la riapertura dei cantieri edilizi, è assolutamente probabile che ricompaia anche lui: lo Spostatore.

Solitamente era stato proprio lui l’ultimo ad andare via, prima delle ferie, ed ora è il primo a ripresentarsi, precedendo tutti gli altri di almeno un paio di giorni.

Molti si interrogano sull’effettiva utilità pratica dello Spostatore, altri sono affascinati dalla sua proverbiale tenacia mista ad indifferenza, altri ancora si interrogano sul suo ruolo nel ciclo dell’esistenza terrena. Infine vi sono alcuni che sostengono sia una figura mistica, spedita da Dio in terra a rimettere in assetto il mondo, iniziando dal luogo dove maggiormente vige il disordine: il cantiere edilizio. Vanamente, è chiaro.

Anche perché lo Spostatore non ripristina l’ordine, anzi: è un amplificatore dell’entropia edilizia.

Lo Spostatore, da non confondere, nonostante alcune attinenze, con lo Scopatore (di cui abbiamo già parlato QUI) è essenzialmente un operaio che convive, se convive, forzatamente con gli altri operai poiché preferirebbe esercitare sempre in perfetta solitudine.

Il suo intervento è tanto misterioso quanto ineccepibile in quanto risponde ad una logica operativa che non prevede schemi né tantomeno programmazione. Si potrebbe persino definire un fantasista, un’artista del cantiere edilizio.

La sua attività, in genere, specie se praticata in ambiti condominiali, si consuma tra le 7.30 e le 8.30 del mattino, oppure nel primo pomeriggio approfittando dell’appannamento generale post prandiale. Vi sono anche Spostatori che preferiscono operare a chiusura di cantiere, ovvero intorno alle 16.30, allontanandosi solo a spostamenti terminati.

Ma cosa fa effettivamente lo Spostatore?

Lo Spostatore, in linea di massima, sposta. Sposta cose.           

Le sposta, poi le ri-sposta, poi le sposta ancora. E così, ad libitum.

Principalmente la sua attività viene effettuata, specie negli interni, a “mano libera” poiché non in possesso di particolare forza fisica; anzi di solito lo Spostatore diviene Spostatore proprio perché non può ambire al posto di “Trasportatore”. La proverbiale fiacchezza dello Spostatore lo costringe ad effettuare decine di singoli spostamenti che, così, nel caso di malaugurato errore, devono essere ripetuti uguali ma in direzione opposta. Questi inconvenienti costringono, talvolta, lo Spostatore a spostare cose anche per otto ore consecutive, durante le quali supera la soglia del rumore tollerabile centinaia di volte, rappresentando un grave pericolo per la stabilità mentale di tutti gli occupanti del cantiere e naturalmente del condominio.

Ecco perché essere sordo rappresenta un surplus per diventare Spostatore.

Spostatori più organizzati si dotano di una carriola, che è di loro proprietà personale. Cioè, se la portano da casa, non la cedono a nessuno e ne hanno cura come fosse un animale domestico.

Spesso lo Spostatore è un anziano in attesa di pensione, un raccomandato non si sa da chi, un condannato ai servizi sociali o semplicemente uno che si è intrufolato. Nell’organico della ditta esecutrice dei lavori, lo Spostatore non ha nessuna posizione specifica, forse neanche esiste.

Naturalmente lo Spostatore non partecipa alle riunioni tecniche né alle pause pranzo poiché è proprio durante questi intervalli che, trovando campo libero, può agire indisturbato e dunque, più facilmente, spostare le cose.

Si ritiene propedeutico ai lavori ma in realtà ne è un inerte. Infatti, è singolare, quando in cantiere sparisce qualcosa, nessuno gli chiede dove sia finito. E quando ci sia realmente da spostare qualcosa, a essere sparito è lui.

In sostanza, si può dire che lo Spostatore sta al cantiere edilizio come le olive ad un buffet nuziale.

Spostatori in crisi di astinenza si esercitano anche a casa, naturalmente sempre all’alba o subito dopo pranzo.

Infine, uno Spostatore può anche fare carriera ed ambire a ruoli di maggiore responsabilità: ad esempio, in caso di arrivo dei vigili urbani, può correre a spostare il furgone in divieto di sosta.

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