Secondo una ricerca condotta su oltre 10000 cantieri, il 25% dei muratori sostiene di aver rinunciato, per motivi “che ora non ti sto qui a dire”, ad una splendida carriera da cantante.
Superando anche quel 18% che dice lo stesso come calciatore e un 12% che, tornasse indietro, farebbe almeno l’ingegnere aerospaziale.
In tutti i cantieri edilizi c’è almeno un cantante ed è lui che stabilisce la colonna sonora, condizionando anche tutti gli altri. Se un architetto vuole stabilire un rapporto affiatato con le manovalanze è opportuno che si sintonizzi sui loro gusti musicali.
Ecco l’hit parade delle canzoni attualmente più cantate nei cantieri edilizi italiani (clicca sul titolo per ascoltare il brano).
Al 10° posto: “Felicità” – Albano e Romina Power. Questo brano del 1982 rappresenta ancora un grande classico dei cantieri edilizi, così come altri capisaldi degli stessi autori, come “Ci sarà“ e “Nostalgia canaglia”; altri miscelano questo repertorio con quello dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo” ad esempio è una hit che pure non tramonta mai. L’esecuzione di “Felicità” manifesta un entusiasmo sempre fuori luogo. Per alcuni scienziati, dunque, il muratore cantante, sarebbe tecnicamente un incomprensibilmente felice ed il suo DNA andrebbe studiato. Per altri, invece, tutta questa euforia sarebbe solo la conseguenza della birra media con la quale accompagna il pranzo.
Al 9° posto: “Despacito” – Luis Fonsi. Il muratore cantante, spesso è anche un discreto ballerino, purtroppo l’attività danzante, per ovvi motivi, gli è negata nelle ore di lavoro. Tuttavia, durante alcune lavorazioni, gli è consentito il movimento di bacino, anzi a volte gli è persino di aiuto. Inoltre la lingua spagnola è idioma latino, quindi pressoché similare ad altre lingue madri del manovale come il campano, il siciliano e il pugliese. In ogni caso, negli ultimi 30 anni, cioè dalla Lambada in poi, il tormentone latino-americano è un immancabile ritornello di tutti i cantieri edilizi, soprattutto estivi. Secondo i manovali più esperti occorre evitare il repertorio latino-americano quando si è in equilibrio sui ponteggi.
All’8° posto: “Reginella” – Libero Bovio/Gaetano Lama. La canzone napoletana è un evergreen da cantiere. Per i muratori extracomunitari, ad esempio, rappresenta un repertorio già apprezzato, pure per gli italo-americani che però, in genere, non fanno i muratori ma i cuochi. Altri brani appartenenti al genere sono “O’marenariello”, “anema e core” e “o’surdat nnamurato”. Per momenti di grande esaltazione può tornare buona anche “Funiculì funiculà” che ha anche il grande pregio di poter essere eseguita solo strumentale, nella versione “fischiata”.
Al 7° posto: “Cara Italia” – Ghali. La presenza del rapper milanese in questa hit parade, è la conferma che il cantiere edilizio non è esclusivamente un luogo per anziani. Il brano è spesso intonato da gruppetti di giovani che svolgono mansioni complementari, tipo il trasporto pesante, la stuccatura, la tinteggiatura o gli spostamenti in carriola. Quando parte il cantato rap, non è raro che i vecchi muratori guardino con ostilità il giovane cantante che, se educato, tace immediatamente. Altri rapper tipo Sferaebbasta o Capoplaza sono ancora sconosciuti al cantiere edilizio, particolare che lo rivaluta, di molto, come contesto sociale.
Al 6° posto: “Se mi lasci non vale” di Julio Iglesias. Chi l’avrebbe mai detto ! Eppure il vecchio Julio Iglesias è uno dei capisaldi del repertorio del muratore cantante. Iglesias, infatti, è popolarissimo sui cantieri edilizi, tanto che appena parte una sua canzone alla radio, tutti si fermano a cantare. Per questo motivo è molto temuto dagli imprenditori edili, quasi quanto un ispettore del lavoro.
Al 5° posto: “Una vita in vacanza” – Lo Stato Sociale. In genere di questi tempi questa posizione è sempre occupata dal brano uscito come tormentone dal festival di Sanremo. L’anno scorso andava forte “Occidentali’s karma” con la scimmia di Gabbani, quello di due anni già non se lo ricorda più nessuno. Particolare enfasi, in questo caso, il muratore la mette nella strofa che dice “nessuno che rompe i coglioni” (ma solo se non c’è il direttore dei lavori o il committente in giro).
Al 4° posto: “Non è detto”- Laura Pausini. Il muratore romantico, con problemi di cuore o, viceversa, molto innamorato, esterna i suoi sentimenti attraverso il canto di una canzone d’amore. In questo momento l’ultimo singolo della Pausini rappresenta un’ottima soluzione. Alcuni muratori, più effeminati, spesso si lanciano sul repertorio di Antonacci, altri lo evitano proprio per non essere accusati di scarsa virilità.
Al 3° posto: “Sapore di sale” – Gino Paoli. Quando il muratore cantante ha superato i sessantacinque anni, il suo repertorio raggiunge a stento la fine del XX secolo (considera Morandi “troppo moderno”) e la canzone estiva anni sessanta rappresenta il suo cavallo da battaglia. Tale canzone, specie da Maggio in poi, contribuisce a formare un’atmosfera gioviale sul cantiere, soprattutto in occasione di giorni pre-festivi o pre-ponti. Di solito il muratore cantante intona la canzone estiva subito prima o subito dopo aver discusso dell’argomento “ferie” con i suoi colleghi. Nella stessa categoria vanno incluse: “Stessa spiaggia stesso mare” (P. Focaccia) che si trova al 15° posto e “Luglio” (R. Del Turco) attualmente in 22esima posizione.
Al 2° posto: “Love me”- Vitas (al secolo Vitaly Vladasovich). Il più famoso cantante ucraino con il suo singolo più orecchiabile è diventato oramai una presenza fissa sui cantieri edilizi italiani, dove il 45% dei muratori sono di origine ucraina. Specie i pavimentisti, capaci nel tempo di un 33 giri, di posare fino a 30 metri quadrati di riggiole.
Al 1° posto: “Amore amaro” – Gigi Finizio. A sorpresa, ma solo apparentemente, in cima alla hit parade, attualmente c’è un grande interprete della tradizione neomelodica napoletana, con un brano reso celebre anche dalla trasmissione televisiva “Temptation Island” che è uno dei programmi culturali di riferimento degli operai edili. Il brano è primo in tutta Italia, non solo a Napoli e provincia, ma anche in Alto Adige e in val di Susa questo a testimoniare che, esclusi gli ucraini, il restante 55% dei muratori italiani, sono quasi tutti meridionali.
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