LETTERA DELL’ARCHITETTO A BABBO NATALE

babbo-nataleCaro Babbo Natale.

Come stai ? Lavori sempre a partita iva come me ? O cerchi un impiego pubblico ?.

Innanzitutto: hai risolto i tuoi problemi con il mal di gola ? E quella faccenda dell’abbaino abusivo sul tetto della tua baita?.

Ti scrivo per le mie tradizionali istanze, alle quali so che presti esclusiva attenzione.

Ne ho prova: l’anno scorso ti avevo chiesto di regalarmi una pensione e tu, generosamente, hai introdotto la quota “100”. Tuttavia io sono ancora a quota “60”. Quindi non basta, impegnati di più.

Fino a qualche anno fa scrivevo a Gesù Bambino. Poi ti ho preferito: più che della devozione mi sono fidato dell’esperienza: tu hai la barba e lui no. Inoltre, con te, risparmio sul francobollo.

Caro Babbo Natale ritengo di avere il diritto di scriverti questa lettera, sono stato buono.

Tu lo sai: gli architetti sono persone buone. Più buoni degli architetti ci sono solo i missionari in Africa, i medici del turno di notte al pronto soccorso e le vacche da latte al prato.

Mi sono comportato bene: non ho mai asseverato il falso né redatto dichiarazioni mendaci neanche nella più inutile delle segnalazioni certificate di agibilità. Ho controllato con attenzione le date di scadenza di ogni DURC e ho emesso sempre fattura con tanto di marca da bollo. Non ho sbagliato ad annerire neanche una casella dei moduli della S.C.I.A., neppure quelle delle quali ignoravo il contenuto del quesito. Ho, come al solito, regalato progetti e consulenze verbali e scritte, indifferentemente, ad interlocutori abbienti e meno abbienti.

Non ho provato invidia per il successo dei colleghi, non ho esultato per i loro guai giudiziari, ho finto di credere che tutti i loro concorsi pubblici siano stati limpidi e specchiati.

Non ho preso “mazzette” dai fornitori, non ho sostenuto campagne elettorali né votato a primarie truccate per accreditarmi con il caporale di turno. Non ho litigato con la soprintendenza né con il geometra dell’ufficio urbanistico che voleva insegnarmi a disegnare il “verde urbano”.

Ho comprato una dose minima di riviste per sostenere l’archi-editoria, scoraggiato quattro abusivisti di cui due recidivi, suggerito impianti tecnici sostenibili, bocciato pavimenti in gres finto legno, fatto sistemare tutte le unità esterne dei condizionatori nei cavedio e non sul prospetto principale.

Alla luce di tutte queste buone azioni, credo di poter formulare le seguenti richieste.

Mi sono concentrato su obiettivi più semplici, così puoi farcela.

Prima di tutto volevo chiederti di trovare qualcosa per distrarre il governo, qualsiasi esso sia, dai problemi della nostra categoria: tutte le volte che si preoccupa degli architetti la situazione peggiora.

Nel frattempo, mi permetto di suggerirti: dona un bug gigantesco al server dell’Agenzia delle entrate in modo che la fattura elettronica non vada in vigore prima del 2040.

Regalami PUC meno complicati. Regole semplici che per decifrarle non occorra ogni volta un simposio tra filologi, urbanisti ed avvocati. A proposito, regalami anche sale d’attesa più brevi e orologi più precisi per quelli che si presentano in ritardo agli appuntamenti.

Regalami capi ditta che sappiano fare le moltiplicazioni nei computi metrici e artigiani che riescano a distinguere una pianta da una sezione.

Caro Babbo Natale regalami clienti che non mi chiamino mai dalle 20 del Venerdi sera alle 9 del Lunedi mattina.

A proposito di telefono. Fà in modo che non mi chiamino più compagnie telefoniche con sedi in città straniere, tipo Pòznan, Valona o Alghero, per propormi contratti potenzialmente più favorevoli. E gente che vuole vendermi infissi a tenuta, manuali digitali, teodoliti nucleari, sòle spaziali, eccetera.

Regalami 100 crediti formativi da spalmare comodamente sui prossimi cinque trienni di formazione obbligatoria.

Regalami l’aggiornamento della firma digitale in scadenza che già mi è arrivata la mail e sono consapevole che per rinnovarla sarò costretto a chiedere la consulenza minimo di uno scienziato informatico.

Regalami un permesso di costruire, uno solo ma buono. Completo di tutte le cavolo di autorizzazioni necessarie, firme, bolli, contro bolli, pareri, sentiti, svincoli e diritti di segreteria pagati. In un posto senza vicini che rompano i coglioni.

Caro Babbo Natale regalami qualche creditore che, all’improvviso, si ricorda di dovermi dare dei soldi e mi fa una sorpresa. Donami l’emozione di quel momento, magari il giorno dopo la scadenza di Inarcassa, per compensare.

Regalami un “bonus cultura”, anche di contrabbando.

Regalami una quota costante di APE mensili, il giusto per pagare luce e gas.

Regalami meno acronimi da interpretare e più sinonimi da utilizzare nelle relazioni paesaggistiche (che comunque non si legge nessuno). Salvataggi in automatico dieci secondi prima che vada via la luce.

Regalami vigili urbani che si occupino di circolazione stradale e non di sopralluoghi sui cantieri.

Regalami qualcuno che ogni tanto mi chiami per nome e non sempre “architè”. Echecazzo!.

Caro Babbo Natale regalami ancora la pazienza, quella del missionario in Africa. Il coraggio dei medici del pronto soccorso e il metabolismo delle vacche al prato.

Puoi lasciare tutto in soggiorno, sulla console, accanto alla bomboniera di Capodimonte e al teodolite nucleare.

Buon Natale, Babbo.

Tuo, un architetto.

P.S.: Volevo avvertirti che il condominio ha deciso per l’eliminazione della vecchia canna fumaria. Non puoi più calarti. Puoi salire dalle scale oppure c’è un ponteggio, puoi usare quello, ammesso che passi tra le botole. Se decidi per il ponteggio, mettiti il casco e le scarpe antinfortunistica che in giro ci sono gli ispettori.

P.P.S.: Per il mal di gola ti consiglio una propoli di miele, per l’abbaino un “Accertamento di conformità” (art. 36 – D.P.R. 380/2001).

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1 Comment LETTERA DELL’ARCHITETTO A BABBO NATALE

  1. Luciana Ferrara 19 Dicembre 2018 at 16:14

    Delizioso,amaramente vero…

    Reply

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