L’ARCHITETTO GRATUITO

Ho scoperto che in Italia è in corso una grave emergenza arredativa. Altrimenti non si spiega l’offerta di un noto marchio di mobilia che include nel suo pacchetto vendita un architetto gratuito.

E’ infatti solo in casi di straordinarie necessità che taluni professionisti vengano chiamati o si offrono per svolgere il proprio lavoro su base volontaria.

Capita in almeno due casi esemplari

Lo fanno, ad esempio, i medici in zone di guerra che, supportati dall’opera di organizzazioni umanitarie o religiose, si occupano eroicamente dei feriti.

Oppure, a volte, gli avvocati, laddove sussistono situazioni di particolare indigenza, episodi di racket, violenza domestica, abbandono di minori, possono offrirsi per salvaguardare le vittime chiedendo che ne vengano rispettati i diritti.

E’ pur vero che alcuni lo facciano solo per protagonismo o per ricavarne pubblicità, ma intanto quella prestazione resta gratuita.

Premesso che, esclusi questi casi eccezionali, avvocati e medici generalmente non lavorano gratis (specie i medici che ricevono extra-moenia nello studio di casa), che altri professionisti si offrano gratuitamente per ragioni umanitarie, mi pare improbabile.

Un notaio può forse redigere un atto per spirito di solidarietà? Abbracciare la causa degli stipulanti, prenderla tanto a cuore da regalare la propria opera, chiedendo in cambio solo una vigorosa stretta di mano ed un limoncello magari sul divano nuovo del soggiorno appena trasferito ? Non credo.

Un ingegnere può effettuare una verifica sismica mosso dal solo impulso di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio e quindi l’intera popolazione del pianeta? Magari emettendo anche regolare certificato di agibilità o di collaudo, in modo che, anche in caso di successiva controversia i proprietari siano esonerati da qualsiasi responsabilità che ricadrebbe, giustappunto, sull’ingegnere stesso ? Non penso proprio.

E un commercialista, potrebbe decidere di governare l’intera contabilità di una ditta comprensiva di decine di operai, tenendo a posto conti e stipendi, elaborando buste paga, contrapponendosi con infiniti articoli di legge che mutano continuamente, costringendolo a rimanere sempre aggiornato, per non incorrere in sanzioni e more e tutto questo solo per soddisfazione personale o per garantire all’agenzia dell’entrate un gettito congruo in modo da agevolare il welfare della nazione? Lo escluderei.

Prima di ora anche per l’architetto, ricadendo nella categoria delle professioni intellettuali, in linea di massima l’offerta gratuita del proprio lavoro veniva esclusa dalle casistiche (che poi alcuni beneficiati decidessero, in virtù di valutazioni del tutto personali, di non pagarlo questo ricadeva nella norma ma appartiene ad un capitolo a parte che coinvolge il lavoro autonomo e del quale già spesso si è discusso. Si veda: SFIDE: L’ARCHITETTO CONTRO IL MANCATO PAGAMENTO).

Ma ora, è evidente, le cose sono cambiate.

Accanto all’emergenza dei sanguinosi conflitti bellici e degli odiosi crimini ai danni dei più deboli, emerge quello dei ristrutturandi casa che non sanno come posizionare i mobili nuovi nelle stanze.

Ed ecco che, per uscire dal dramma, arriva l’architetto gratuito.

Citofona a casa anche se nessuno lo ha invitato.

“Pronto chi è?”

“Sono l’architetto!”

“E che vuole?”

“Vengo a risolvere il problema dei suoi mobili nuovi”.

“Scusi ma chi lo ha invitato?”

“Nessuno. Sono venuto da solo”.

“Abbi pazienza ma non abbiamo bisogno”.

“La prego. Mi faccia salire: sono gratuito”

“Gratuito? Veramente? Salga pure. Secondo piano, interno 6”.

Quando è su, l’architetto si mette subito al lavoro: estrae dalla valigetta la sua attrezzatura: il metro di legno, la rollina, carta e matita. Quelli più abbienti, anche il distanziometro laser. E affronta la tragedia.

Come un medico di Emergency: d’altronde oggi l’architetto è sempre su un campo di battaglia.

Nel caso ce ne sia bisogno, cioè se i ristrutturandi non capiscono bene le sue intenzioni (quindi sempre per ragioni umanitarie), l’architetto può decidere di affidarsi ad attrezzature sofisticate: un portatile per elaborare dei tridimensionali.

Questo lavoro può durare anche diversi giorni perché mica è semplice mettere per bene tutti i mobili nelle stanze, in modo che stiano precisi, non collidano con il colore delle tende e del pavimento. E tutto questo salvando anche la vecchia cassettiera della nonna che, nonostante tutto, deve continuare ad occupare un posto di assoluto rilievo nell’appartamento.

Si tratta però di problematiche che non spaventano l’architetto, che ha studiato anni ed anni per questo: è in grado di progettare complessi da 800 posti letto comprensivi di infissi e impianti. Intrecciare riferimenti storici con epoche differenti e, nel dubbio, anche calcolare il momento flettente della scarpiera nuova, a pieno carico, sulla mezzeria del solaio, evitando inconvenienti all’inquilino del piano di sotto.

Non è raro che il lavoro contempli anche lo spostamento dei mobili stessi. In questo caso l’architetto fa affidamento alla sua celeberrima resistenza fisica allenata in molti anni di spostamenti tra uffici più o meno tecnici e temprata grazie all’esercizio del sollevamento dei faldoni cartacei; attività che gli conferiscono anche una certa avvenenza corporea, che non dispiace mai.

Guardaroba, console, letti, anche a “castello”, stanze per gli ospiti e salotti. Di tutto si occupa l’architetto e senza richiedere alcunché.

A niente valgono le suppliche finali dei presenti.

“Lasci che le dia almeno le spese per la benzina”

“Sono venuto in autobus”

“Metto a fare un caffè!”

“Non bevo in servizio”.

“Glielo lascio pagato, lo prende domani”

“No. E’ una questione di principio. Sono gratuito”.

E se ne va, veloce verso una nuova emergenza arredativa.

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Leggi anche:

L’architetto contro il mancato pagamento (seconda parte)

SFIDE: L’architetto contro la simmetria

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1 Comment L’ARCHITETTO GRATUITO

  1. ELENA MATTEUZZI 12 Maggio 2019 at 10:30

    Veramente gli architetti e gli ingegneri in Italia dopo i terremoti vanno a fare le verifiche di agibilità post sisma su base assolutamente volontaria, in turni di una settimana e percependo solo un mero rimborso spese.

    Ed esiste anche “Architetti senza frontiere”, un’associazione di volontariato che da quanto ne so va nei paesi sottosviluppati a fare opera di rigenerazione urbana soprattutto nelle favelas.

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