L’ARCHITETTO DI BUNKER

Dopo un periodo di comprensibile decadenza, sta tornando forte sul mercato la figura dell’architetto di bunker. Attualmente è secondo solo all’architetto di superbonus110% e all’architetto gratis che è un “evergreen”.

L’architetto di bunker, come figura professionale, nasce durante gli anni della “cortina di ferro”, e vive un nuovo momento di grande successo in concomitanza con il disastro di Chernobyl nella primavera del 1986.

Da quel momento l’architetto di bunker ha perso popolarità, molti sono emigrati in Svizzera dove c’è stata sempre richiesta, altri si sono convertiti in architetti di parcheggi interrati, gallerie, rifugi per latitanti o abusi edilizi ipogei. Anche i corsi universitari in “Progettazione del bunker” sono via via scomparsi.

Ma oggi, coloro che hanno sempre creduto nel ramo “bunker” convinti che la loro specializzazione avesse un futuro, possono dire di aver avuto ragione.

Molti pensano che costruire un bunker sia facile, ma si sbagliano.

Alcuni si rivolgono a parenti, cugini, imprenditori nel ramo “calcestruzzo”, titolari di ditte di scavi o peggio ancora, pensando di risparmiare, all’arredatore di bunker assolutamente inadatto all’incarico.

Va detto che per costruire un bunker l’architetto è necessario ma non sufficiente, infatti è egli stesso ad avvalersi della collaborazione di altri professionisti quali ad esempio strutturisti, fisici nucleari o artificieri (spesso ex-terroristi) questi ultimi indispensabili se il bunker va posizionato in roccia.

La fortuna commerciale del bunker è che, spesso, si può costruire in deroga alle norme urbanistiche. In alternativa si può costruire di nascosto. Nel caso si venga scoperti si può sempre dichiararlo come cantina e provare con un accertamento di conformità. Un’altra dote del bunker è che i calcoli non vanno consegnati al Genio Civile, casomai al Genio militare, che però non ha mai né tempo né personale sufficiente per validarli.

In genere gli architetti progettano bunker di forma regolare, in realtà esiste anche una corrente organica modernista dell’architettura del bunker che però non ha mai avuto molto successo.

In fase di progettazione, l’architetto di bunker valuta innanzitutto la capienza.

Esistono bunker singoli, per coppie o familiari. Al meridione va molto il bunker plurifamiliare che può prevedere la presenza fino ai parenti di terzo grado e che può servire anche in caso di sfratti o emergenze abitative, temporanee (come ricordato nel film “Il mistero di Bellavista” – clicca QUI per vedere la scena)

All’architetto di bunker conoscere preventivamente il numero di occupanti serve essenzialmente per decidere quanti bagni realizzarci. Si tratta del “grosso” del lavoro poiché il resto dello spazio prevede un unico, semplice, “open space”. Committenti in cerca di privacy possono però chiedere all’architetto di bunker di suddividere lo spazio, i più lungimiranti realizzano bunker molto grandi per poi frazionarli oppure per aprire un’attività di sub-affittabunker. 

Particolare attenzione l’architetto di bunker, la riserva all’isolamento acustico. E’ sgradevole infatti avere controversie con i vicini di bunker, specie se non ci si può allontanare dall’alloggio. Nel caso sorgano molti bunker accostati, allora può essere necessario nominare un amministratore di condominio di bunker, che a sua volta nominerà un geometra per stilare le tabelle millesimali di bunker che scateneranno una guerra ben più pericolosa di quella in corso all’esterno.

Gli architetti di bunker mettono in guardia i loro clienti dal fidarsi degli agenti immobiliari di bunker, che propongono bunker di seconda mano, spacciandoli, fraudolenti, per “usati” sicuri.

Uno degli accorgimenti che l’architetto di bunker applica scientemente è farsi pagare in anticipo. Sicuramente prima che i suoi clienti possano trasferirsi stabilmente nella nuova residenza.      

Ma l’incubo dell’architetto di bunker non è tanto il calo delle richieste né l’esplosione nucleare ma che il cliente, improvvisamente, gli chieda se è possibile “farlo col 110”. 

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