Dicono che gli architetti siano in crisi, frustrati per mancanza di occasioni, che guadagnano poco e non hanno abbastanza lavoro. Non è vero. Non per tutti è così.
Si consideri, ad esempio, l’architetto dei Casamonica. Lui ha un mucchio di lavoro, ha mandatari senza problemi economici e può dare sfogo a slanci di enorme creatività, seppure assecondando i desideri dei committenti.
Ma non è forse quello che subisce sempre, in una misura più o meno stringente, ogni architetto ?.
La differenza è che l’architetto dei Casamonica non può proprio dire di “no”: in genere se è stato ingaggiato, anche volendo, è già troppo tardi per rifiutare.
L’architetto dei Casamonica è tendenzialmente un neoclassicista, con robuste influenze manieriste miste a vivaci suggestioni postmoderne.
Normalmente, quando l’architetto dei Casamonica viene convocato, il “grosso” della casa è fatto. Ci sono già le mura ed il tetto, gli allacci alla luce, al gas e all’acqua e i rapporti con il vicinato sono pacificati.
Però è utile che l’architetto dei Casamonica si confronti inizialmente con l’idraulico dei Casamonica, per comprendere bene in quale tombino è stata allacciata la fogna, ma soprattutto come sistemare per bene la vasca idromassaggio che è spesso responsabile di vibranti discussioni di cantiere.
Stabilita la sua corretta posizione e quella della televisione a 56’’ del soggiorno, l’architetto dei Casamonica può tranquillamente concentrarsi sulle questioni squisitamente ornamentali.
Non si diventa, infatti, architetto dei Casamonica senza essersi prima perfezionati in alcuni settori epidittici.
E’ fondamentale la conoscenza degli stili classici. L’architetto dei Casamonica è sicuramente molto preparato sullo stile Corinzio e padroneggia elementi quali il capitello, il timpano ed il fregio, senza dimenticare il sistema strutturale che compone disponendo colonne circolari, anche in versione tortile, secondo un’interpretazione personale della “plan libre”. Non infrequente è la citazione dello stile Ionico, rivisitato, ma solo per momenti di inatteso minimalismo.
Casomai servisse ad occultare particolari critici, l’architetto dei Casamonica provvede egli stesso al disegno di un cartongesso cassettonato sul modello della cupola del Pantheon, sempre per assecondare il suo amore per lo stile “Impero”.
L’architetto dei Casamonica non nasconde, poi, la sua predilezione per i tendaggi, le superfici riflettenti e, in generale, verso alcuni pezzi d’arredo che rintraccia in insospettabili magazzini, tipo quelli di Cinecittà: sedie Luigi XVI, poltrone in raso imbottite in piume d’oca, divani finto-barocchi con piedini a zampa di leone. Per altri accessori, tipo vasi, quadri, lampadari, invece, l’architetto dei Casamonica attinge direttamente da luoghi colpevolmente trascurati, quali scavi archeologici, gallerie d’arte clandestine o case d’altri. In questo caso collabora con il ricettatore dei Casamonica.
Per le finiture l’architetto dei Casamonica non chiama un semplice imbianchino ma il pittore dei Casamonica, un seguace della scuola pittorica fiamminga del ‘400, al quale assegna, indistintamente, sia le modanature sul bordo dei cartongessi, sia l’affrescatura dei soffitti con scene di caccia ottocentesche o sacre sul modello michelangiolino della cappella Sistina. La pittura è un ramo nel quale l’architetto dei Casamonica si muove con destrezza, così come nella scultura. Non è raro infatti che il prospetto dell’abitazione sia impreziosito con bassorilievi, lesene o bugnati e il giardino arricchito di fontane in pietra anticata vulcanica con perimetro di Cariatidi tipo Eretteo o sul modello del Pècile di Villa Adriana. Installazioni che si possono integrare con le siepi ed il prato inglese, con l’adeguata consulenza del giardiniere dei Casamonica.
Ma l’architetto dei Casamonica ha anche altre passioni che non manca di aggiungere al curriculum professionale.
Essenziale è un master in oreficeria, per acquisire tutti i trucchi della doratura a guazzo, a pastiglia o galvanica. Sotto consiglio, ovviamente, dell’orafo dei Casamonica. I più esotici approfittano delle vacanze estive, chiamano il bracconiere dei Casamonica e si cimentano in viaggi-studio presso giungle o savane centroafricane per studiare a fondo le pose dinamiche di ippopotami, tigri o elefanti, in modo da poter consigliare, e soprattutto distinguere, una statua di un ghepardo in marmo rosa, da una volgare tigre in alabastro calcareo.
Tutte queste passioni distraggono l’architetto dei Casamonica dallo studio delle normative edilizie, alle quali dedica pochissimo tempo e nessun interesse. D’altronde è normale, non ci si può occupare di tutto.
L’architetto dei Casamonica, infatti, non conosce il testo unico dell’edilizia, non frequenta l’ufficio tecnico del Comune ed è sprovvisto di crediti formativi e firma digitale, pur obbligatori per l’esercizio della professione.
Anche sulla questione fiscale l’architetto dei Casamonica avrebbe bisogno di un aggiornamento, ma non è certo questo, in tempi di condono fiscale, il momento. E comunque il commercialista dei Casamonica non esiste. Perlomeno non ufficialmente.
Oggi è un giorno triste per l’architetto dei Casamonica che è costretto ad assistere crudeli ruspe cancellare, in pochi minuti, il lavoro di anni e anni.
Un vero delitto. Per il quale tocca chiamare (ma mi sa che è già troppo tardi), l’avvocato dei Casamonica.
(p.s.: Suvvia, si fa per scherzare…)
FOLLOW ME ON TWITTER: @chrideiuliis – search me on LINKEDIN
E’ disponibile il mio nuovo libro “L’Architemario in quarantena – Prigionia oziosa di un architetto”. In vendita su Amazon e si può acquistare cliccando QUI.