L’ARCHITETTO CHE “SVOLTA”

SVOLTAArriva un certo punto della vita nel quale ogni essere umano ha davanti due strade: o prosegue lungo il faticoso e stressante tragitto tracciato davanti a sé o, causa una serie di circostanze, “svolta”. E la sua vita improvvisamente cambia in meglio. Gli incroci si possono presentare davanti a noi sottoforma di varie sembianze: vincite milionarie al superenalotto, eredità improvvise, incontri fortunatissimi o semplicemente essere il risultato di una serie di deduzioni e strategie. L’importante è farsi trovare pronti.

Anche agli architetti, incamminatisi lungo l’estenuante corsa ad ostacoli della professione, capita di trovarsi, più o meno sorprendentemente, nella condizione di “svoltare”.

Ecco le cinque possibili “svolte” dell’architetto:

–         La “svolta” per salita di gradino: La maniera più efficace e immediata per “svoltare” è quando l’architetto può permettersi di assumere un dipendente per fargli fare tutto ciò che lui non ha più voglia di fare. Si tratta di solito di giovani geometri o neoarchitetti disperati e, di conseguenza, sottopagati. L’architetto che ha “svoltato” per salita di gradino, ad esempio, quando ci sono da prendere delle misure non va lui, ma manda “o’vaglion”. Lo stesso “vaglione” lo si incontra allo studio dell’architetto in una stanza da solo (in assenza della stanza, nel corridoio) semi-nascosto da una montagna di carta, dietro una piccola scrivania degli anni ’70, con in dotazione un pc rumoroso e una stampante ad aghi. L’esistenza di un sottoposto cambia radicalmente l’umore e l’età apparente dell’architetto che, secondo alcuni studiosi, ringiovanisce istantaneamente di circa 1/3 dei suoi anni. Quest’architetto lo si riconosce perché, improvvisamente, frequenta convegni professionali.

–         La “svolta” per discesa di gradino: Può sembrare paradossale ma l’architetto può migliorare la propria vita anche abbassando le sue pretese di autostima. E’ il caso dell’architetto che rinuncia ad ogni ambizione di autonomia, polverizza la sua partita iva e riesce a farsi assumere, meglio se in un’azienda molto grande dove non si capisce mai chi ha responsabilità di cosa, e diventare lui stesso un sottoposto, però a stipendio fisso. A fronte di alcune rinunce, l’architetto che “svolta” verso il basso comincia a godere di alcuni privilegi prima sconosciuti, tipo le ferie, la tredicesima, i giorni di malattia e persino il diritto allo sciopero. Anche in questo caso il beneficio si ripercuote sull’età apparente. Lo si riconosce perché, improvvisamente, lo si incontra anche di Sabato.

–         La “svolta” per accoppiamento (matrimonio): Un architetto può “svoltare” anche grazie ad un matrimonio ben organizzato. Tipo diventare moglie o marito del figlio/a di un pezzo grosso dell’edilizia che lo piazzerà immediatamente a dirigere un cantiere dell’Expo o una nuova lottizzazione lungo il perimetro del GRA. Quando non si riesce ad imbattersi in suoceri inseriti nel mondo delle costruzioni, ci si può sempre accontentare di imparentarsi con un grande albergatore, petrolieri americani, mercanti di gas russi o, se in possesso di un certo pedigree (vero o finto) con principi ereditari, meglio se sauditi, persino tollerando una condizione di promiscuità. Nel primo caso l’architetto può continuare a svolgere il suo lavoro, in scioltezza, con funzioni di capo, anzi caporalato, eliminando qualsiasi preoccupazione, nel secondo caso l’architettura può diventare un simpatico hobby da accoppiare al golf. Lo si riconosce perché, improvvisamente, non lo si incontra mai più.

–         La “svolta” per specializzazione: In tempi recenti è nata la figura dell’architetto specializzato, come il medico o il saldatore. Questo tipo di “svolta” può capitare quando, per circostanze particolarmente favorevoli del mercato del lavoro, c’è una forte richiesta di un qualcosa del quale nessuno sa come occuparsi, circostanza che in Italia accade spesso. A quel punto, l’architetto, famoso per la sua elasticità mentale, può decidere, con un minimo di investimento in tempo e denaro, di rifunzionalizzarsi. Questi nuovi incarichi sono quasi sempre legati ad una norma incomprensibile che nessuno ha capito. Ad esempio pratiche per lo sgravio fiscale, aggiornamenti della normativa sicurezza sui cantieri, certificati energetici, valutazioni d’impatto ambientale ecc… L’architetto furbo sfrutta l’onda dell’incertezza e, pur non avendoci capito niente neanche lui, si specializza a turno su ognuna di queste incombenze che possono durare ognuna anche diversi anni. Lo si riconosce perché, improvvisamente, cambia, continuamente, il suo biglietto da visita.

–         La “svolta” per disonestà: In Italia va ancora moltissimo questo tipo di “svolta”. Siccome gli architetti non sono dei Santi, può capitare di decidere di “svoltare” abbandonando il mondo della legalità. Com’è noto c’è parecchia varietà di scelta: evasione fiscale, tangenti, gare truccate, riciclaggio di denaro sporco, traffico illegale di rifiuti ecc.. C’è stato un tempo in cui la “svolta” per disonestà, ad un certo punto della vita professionale, era quasi un senso obbligato, d’altronde si rischiava il giusto e rendeva assai. Ma anche oggi va ancora, a patto di avere un avvocato sveglio in tribunale e la tessera del partito giusto in tasca. Lo si riconosce perché prima o poi, nel bene o nel male (di solito nel male), ne parla il tg1.

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