L’ARCHITETTO ALLE FESTE

alla festaLa percentuale altissima di architetti che si incontra nella vita quotidiana non tragga in inganno: alle feste, ad esempio, è sempre più complicato incontrare architetti. La scienza si interroga su questo fenomeno, ma, per ora, brancola nel buio.

Ecco ciò che sappiamo sugli architetti che frequentano feste.

 

Di solito, quando in una festa ci si imbatte in un architetto, è per i seguenti tre motivi.

  • La festa l’ha organizzata lui o è a casa sua
  • La festa si celebra in occasione dell’inaugurazione di qualcosa che ha progettato lui (un locale, una casa ecc..)
  • Si è imboscato.

Nelle rare occasioni nelle quali un architetto viene invitato davvero ad una festa, il discriminante per riconoscerlo è sempre l’abbigliamento, per i successivi tre casi:

  • L’architetto si è vestito benissimo, nettamente più elegante di tutti gli altri
  • L’architetto si è vestito davvero uno schifo, nettamente peggio di tutti gli altri
  • L’architetto si è vestito talmente strano che nessuno riesce a capire se è vestito benissimo o malissimo.

Per individuare un architetto in una festa ci si può avvalere anche di altri tre indizi:

  • E’ più interessato al rivestimento dei bagni che al buffet.
  • Al parcheggio litiga con il parcheggiatore perché sostiene che disponendo le autovetture a “spina di pesce” si recupera circa il 30% della superficie utile.
  • Lo sorprendi mentre misura a passi le distanze legali dalle costruzioni vicine.

Riconosciuto un architetto ad una festa, tuttavia, è difficile riuscire a farci conversazione, a causa di tre ragioni sostanziali:

  • Rimane in disparte tutto il tempo per rispettare lo stereotipo che l’architetto è un creativo che ha sempre problemi esistenziali.
  • Resta tutto il tempo a mandare mail di lavoro con lo smartphone o a guardare foto di cantiere. Nel peggiore dei casi parla tutto il tempo con un tale che il giorno dopo deve posare un pavimento.
  • Fuma tabacco puzzolente, inavvicinabile.

Se ci si imbatte in una conversazione con più persone, bastano pochi secondi per comprendere quali di queste sia l’architetto.

  • Di qualsiasi luogo si parli, l’architetto dice di esserci stato (ma quasi mai gli è piaciuto).
  • E’ quello che si lamenta di più della crisi economica.
  • Ad un certo punto, inevitabilmente, si dichiara antigovernativo o anarchico. O entrambe le cose.

Fatti salvi questi consueti inconvenienti, l’architetto alle feste fa sempre un figurone. Perché di solito a notte fonda, quando gli invitati cominciano ad andare via, è lui quello che lancia una delle seguenti proposte:

  • Facciamo un tuffo in piscina” (se c’è) “o al mare” (se è vicino, anche a Gennaio). In assenza dei primi due: nella prima fontana di piazza utile.
  • Andiamo a prenderci un caffè e una brioche a ….
    1. Roma”, se la festa è alla latitudine di Napoli*.
    2. Firenze-Bologna”, se la festa è dalle parti di Roma
    3. Milano”, se la festa è in Piemonte, Liguria, Veneto
    4. Venezia”, se la festa è in Lombardia, Trentino, Friuli V.G.
    5. Oltre frontiera se la festa si svolge entro un raggio di 150 km dal confine (in questo caso c’è anche la variante che si fa il pieno alla macchina perché, ad esempio in Slovenia, costa meno).

(vale anche il viceversa tranne che per il punto 5).

  • Passiamo per il viale delle prostitute” (proposta che può provenire solo da architetti maschi per pari sesso), le donne in questo caso, solitamente, si defilano, specie se auto-munite.

Queste regole non valgono in un unico caso: quando si tratta di una festa organizzata tra architetti. In questa circostanza si passa la serata a parlare di piani urbanistici, concorsi truccati e gres porcellanato. Una terribile noia.

*: Più a sud di Napoli è difficile che ci sia qualcosa da festeggiare.

Nell’immagine: “A festa”- di Felippe Mohr

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