Nel paese che ha fatto di Cornelis Escher il suo simbolo, è lecito sperare che quella panca posizionata lungo le scale che conducono alla collegiata di Santa Maria Maddalena, sia un inganno ottico.
“Non può essere altrimenti” pensa il visitatore che vi si imbatte sobbalzando dalla meraviglia.
D’altro canto fu proprio l’artista olandese, che in costiera amalfitana viaggiò nella primavera del 1923, ad abbracciare convintamente le teorie della relatività di Einstein per rivoltare le logiche della prospettiva e dello spazio e a promuovere la meraviglia come emozione già terapeutica prima che didattica.
“Chi si meraviglia” diceva “scopre che il fatto in sé stesso è già una meraviglia”.
E allora, in omaggio a Escher e al suo piccolo museo en plein air atranese, appurato che non si tratta di illusione ottica, tanto vale considerare l’installazione delle nuove attrezzature ginniche ad Atrani un fatto “meraviglioso”.
D’altronde nessuno dubita sull’antica sentenza di Giovenale: “mens sano in corpore sano”.
Siamo nella graziosa Atrani, comparsa nella lunga lista dei comuni che hanno ricevuto fondi per la “missione 5 – investimento 3.1” del PNRR destinati allo sport e alla coesione sociale; 20 milioni elargiti “a pioggia” dell’Unione Europea “esclusivamente alle aree del Mezzogiorno per la fornitura e distribuzione di attrezzature sportive e l’applicazione di nuove tecnologie per la pratica sportiva libera”.
Così come ben spiegato nel sito ministeriale del Dipartimento dello sport.
Ventimila euro utilizzati per dotare il paese di attrezzatura ginnica “pensata” si legge in quello che per adulazione non può che essere un comunicato stampa “per poter essere utilizzata da parte di un target eterogeneo di persone: dai giovani agli adulti, dagli over 65 ai portatori di disabilità”.
D’altronde quella della “coesione sociale” è una missione faticosa: occorre il fisico adatto.
E così, in uno dei panorami più iconici d’Italia (forse del mondo) suggellato da pellicole e reclàme, ritratto dallo stesso Escher in una delle sue più celebri litografie, trattenendosi sulla celebre scalinata si potranno effettuare flessioni e piegamenti del busto.
Non era esattamente quello che pensavo di fare. Ma per fortuna non devo, non subito.
“Quando ti senti pronto” mi indica il discreto cartello posto a sentinella del lettino.
Ho delle alternative: nel cortile della casa della cultura (“che resterà sempre aperto” rassicura il comunicato stampa, ma che al mio passaggio era chiuso) cimentarmi con arnesi decifrabili grazie all’indispensabile cartello che nel contempo mi ammonisce: “l’importante è NON ESAGERARE”.
Scalo pure i gradini che conducono alla deliziosa chiesa del Carmine (ideali per gli over 65 e i disabili) per effettuare una serie di esercizi isotonici vista mare. Manca, forse, un distributore automatico di bevande energetiche, ma non vorrei dare idee.
Escher dimorò a Ravello ma, gioiamone, ora la sua eredità creativa, la parte surreale perlomeno, abita qui.
Nella patria dei centri storici, che anche per difenderli partorì la “Carta di Venezia”, in una regione devastata dagli abusi edilizi, in un luogo dove la soprintendenza leva scudi ad ogni piè sospinto ma quando serve sul serio sonnecchia, tocca sforzarsi per scoprire un antidoto alle missioni del PNRR.
Ora che la ginnastica del corpore è fatta, applichiamoci con la mens.
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