LA CASA IDEALE DEL VECCHIO (D’ESTATE)

casa-del-vecchio166Una volta si diceva “povero vecchio” ma ora non più perché poveri sono diventati i giovani mentre i vecchi si godono la loro bella pensione. In particolare, i vecchi maschi vedovi, che, da quando hanno sepolto la moglie, sono come ringiovaniti di almeno 20 anni ed ora non ne vogliono più sapere di morire, anzi, forse non moriranno più.

Il vecchio abita in una casa assolutamente sproporzionata per le sue necessità (clicca sull’immagine per ingrandire). Ma è la sua casa ideale anche perché quella è la sua casa. L’ha, infatti, acquistata negli anni settanta quando gli immobili costavano 20.000 lire al metro quadro e si portavano le superfici tra i 90 e i 120 metriquadri. La casa del vecchio è perfettamente aderente allo stile del boom economico, quindi si trova in un condominio orrendo con balconate che neanche a piazza Venezia. Il vecchio utilizza queste superfici non coperte per asciugare decine di paia di mutande, esponendole sul filo o appese allo stendino, tutte insieme, come in un installazione di Christo. Inoltre, come tradizione,di quel periodo storico, la casa è divisa malissimo con un corridoio buio ed inutile, che un architetto di oggi eliminerebbe subito trasformando la zona giorno nel più classico degli “openspace”. Ma, ovviamente, il vecchio non ne vuole sapere, anzi solo a sentire la parola “architetto” gli viene la prostatite.

Il vecchio maschio si rifiuta di cucinare, per questo la cucina è praticamente inutilizzata, a volte persino chiusa a chiave per non farle prendere polvere. Di solito va a mangiare al ristorante perché se lo può permettere, male che va chiama la friggitoria d’asporto e si fa portare un “cartone” che tanto i trigliceridi già sono belli che andati. Di fronte alla cucina c’è una specie di salone, buio, con i mobili in legno di noce e la carta da parati ai muri. In questo ambiente il vecchio non entra praticamente mai, solo in rari momenti di nostalgia per dare uno sguardo alle numerose foto che tiene sopra due console, incorniciate e suddivise in foto di “cari morti” e foto di “cari (ancora) vivi”, di solito nipoti. Ovviamente le prime sono molto più numerose, perché lentamente tutte le immagini dei superstiti stanno migrando da una console all’altra.

Seguono le stanze che il vecchio frequenta di più. Il w.c., ad esempio, dove il vecchio ogni domenica mattina fa il bagno nella vasca con la porta, che ha fatto installare al posto della doccia da quelli della pubblicità in tv, che gli promisero di farlo in due ore ed invece ci misero tre mesi, durante i quali il vecchio fu costretto a servirsi del gabinetto del bar sport all’angolo. Nel bagno il vecchio custodisce anche una pila di giornali, di solito sportivi, dei quali però, causa presbiopia, guarda solo le figure.

In fondo al corridoio il vecchio trova finalmente le due stanze nelle quali effettivamente abita d’estate: la camera da letto e una camera dove prima della morte della moglie gli era persino vietato l’ingresso, poiché utilizzata come stireria. In entrambe queste camere il vecchio tiene l’aria condizionata, perché gli altri possono pure schiattare dal caldo ai giardinetti, bagnarsi la testa alla fontanella o rifugiarsi al supermercato, ma lui, grazie alla pensione e ai soldi accumulati dalla moglie, si è fatto installare due bei climatizzatori. E anche se gli esperti lo sconsigliano, il vecchio posiziona l’aria condizionata fissa a 18 gradi, cioè sulla temperatura di Cortina d’Ampezzo a fine Ottobre, senza beccarsi mai neanche un filo di raffreddore o una fitta intercostale di quelle che, se non è reumatismo, ad occhio e croce è un infarto. Accanto al letto il vecchio tiene un comò antico con sopra immagini sacre e la statuetta almeno di un santo (il più frequente è San Pio ex Padre Pio) al quale non fa mancare mai la luce di un lumino e a cui chiede grazie e salute senza soluzione di continuità. In camera da letto il vecchio tiene pure un armadio guardaroba dove stipa molte decine di camicie a quadri rigorosamente a “mezze maniche” che è il must intramontabile della moda estiva dell’over 80.

L’altra stanza, l’ex stireria, si è trasformata nella stanza della tv, qui il vecchio maschio passa quasi l’80% del suo tempo in casa, con punte del 95% durante eventi quali mondiali di calcio o olimpiadi. La stanza è attrezzata con televisore 50 pollici FULLHD, poltroncina in pelle di cavallino e raccolta di giornaletti “guida tv”, settimana enigmistica (per momenti di scarsa programmazione) e quote per le scommesse che il vecchio fa al telefono tramite un suo nipote che lavora alla SNAI. Per meglio godere degli eventi sportivi, il vecchio ha un sistema satellitare con abbonamento ad almeno due piattaforme, al quale accoppia una potentissima antenna del digitale terrestre in grado di ricevere il segnale della tv svizzera anche dalla provincia di Reggio Calabria.

casa-del-vecchio-inverno167Questa è la casa ideale del vecchio d’estate, ma essenzialmente la casa ideale del vecchio d’inverno (clicca sull’immagine per ingrandire) è identica. Quello che cambia è la temperatura, in genere sui 35 gradi, garantiti da una potentissima stufa a ruote, alimentata o elettricamente (il vecchio ha i soldi e se ne frega della bolletta) o con bombole di gpl che compra al mercato nero da uno spacciatore di gas russo.

La casa del vecchio oggi è talmente cambiata che andrebbe rivisitato anche il celebre verso del cantautore Baglioni che in “I vecchi”, canzone del 1981 diceva “i vecchi chiusi in cucina che non li vuole nessuno” mutandolo in “i vecchi, chiusi in camera che non vogliono vedere nessuno”.

Altre case ideali (clicca per leggere):

del maschio italiano

della moglie

dell’infedele

della signora delle pulizie (non sua ma dove va a fare le pulizie)

del claustrofobico

del boss della malavita

del maschio italiano single (solo)

dell’asociale

del cyberbullo (“hater”)

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