IL SANTO PROTETTORE DEGLI IDIOTI

Il Santo protettore degli idioti non esiste.

Su internet ho trovato protettori per imputati e moralisti, guardarobieri e becchini, ma per gli idioti non vi sono salvaguardie divine. Tuttavia gli idioti hanno già il loro giorno della festa, anzi, siccome un giorno è troppo lungo, hanno 5 ore. E un luogo dove celebrarla.

La loro festa si officia dalla mezzanotte alle cinque del mattino del 27 Novembre, il luogo è concentrato nelle strade del paese di Minori, in costa d’Amalfi. Per la ricorrenza se ne radunano circa un gruppetto; ognuno di loro porta con sé una quantità di ordigni esplosivi, la grandezza dei quali stabilisce una sorta di graduatoria dell’idiozia che si decreta attraverso la loro deflagrazione, pressoché senza soluzione di continuità, tra la mezzanotte e le cinque appunto.

Alcune di queste esplosioni provocano dei danni, causare un danneggiamento gratifica l’idiota di ulteriore riconoscimento da parte degli altri idioti che lo guardano con ammirazione, mentre l’autore del danno se ne vanta con grande orgoglio.

Altro motivo di encomio è il posizionamento dell’ordigno in un luogo particolarmente raffinato dal punto di vista acustico: per cercare la perfezione armonica, ad esempio, si utilizzano casse di risonanza quali i tombini, l’alveo del fiume, vicoli stretti. Una volta andavano molto le fioriere e i cestini metallici della spazzatura che in quanto beni pubblici appartengono anche agli idioti e quindi danneggiabili, ma non mancavano gli esperimenti esplosivi sulla bacheca di un negozio o nello scafo di una barca che ovviamente in entrambi i casi restavano smembrati, però in compenso il boato e la trasgressione erano talmente appaganti che bilanciava ampiamente, in termini di soddisfazione, il danno prodotto (il sacrificio economico non veniva contemplato).

Oggi l’idiozia è meno elegante e si limita alla rottura di parti di pavimentazione o alla distruzione della vegetazione, che trattandosi di natura poi ricresce da sola e quindi se vogliamo non si tratta neanche di un vero danneggiamento ma di un semplice esperimento riproduttivo

I più idioti vantano nel loro curriculum anche qualche fuga dalle forze dell’ordine, o addirittura un fermo in caserma; che ovviamente alla festività dell’anno seguente varrà come una medaglia al merito o quasi come un titolo di studio.

La pratica dell’esplosivo durante la notte del 27 Novembre, ovvero il festeggiamento di questo Santo, (ma forse è una Santa, perché le donne hanno notoriamente più pazienza), non coinvolge solo gli idioti; anche gran parte della popolazione, pur non volendo, è chiamata a vegliare per celebrare la ricorrenza. Chi prova a non partecipare a questa passione emotiva, può venire destato all’improvviso e saltare letteralmente giù dal letto per lo spavento. Alcuni desidererebbero non prendere parte a questa cerimonia entusiasta, ad esempio gli anziani, gli infermi, i bimbi piccoli ignari di cotanto sentimento popolare, o semplicemente coloro che la mattina seguente sono costretti a recarsi al lavoro, forse un impegno faticoso che magari consentirà ad uno di quegli idioti di avere la cena del dì seguente; purtroppo però nessuno è esentato a prescindere, anche senza invito, alla festa degli idioti bisogna presiedere, pure in pigiama.

Gli stranieri, i turisti, gli avventori di passaggio non possono capire questa festività, la accolgono con preoccupato stupore; ma solo perché non sono sufficientemente calati nella realtà del posto e non conoscono bene gli usi e il folklore locale. Comunque, in genere, non sono sempre felici di parteciparvici.

La festa dell’idiota, con un minimo di senno potrebbe essere celebrata in maniera differente o persino eliminata. Ma nella maggior parte dei casi gli idioti godono di una sorta di immunità che gli deriva da alcuni fattori concatenati. La prima è la crisi diffusa dei valori civili; il rispetto degli altri è oramai un optional che non fa più parte più della nostra dotazione di serie. Le autorità religiose non sono sufficientemente autorevoli mentre sull’esempio delle istituzioni civili meglio stendere un velo pietoso.

I tempi contemporanei trasmettono altri valori, meno eterei e scomodi, più pratici e fruttiferi: l’educazione, evidentemente, non fa parte della tradizione.

Poi vi è il fattore religioso, siccome si tratta di una festività in qualche modo legata alla fede, i cittadini, persino quelli che subiscono danni materiali, tendono a porsi nello stato d’animo della sopportazione, timorati non tanto dagli idioti ma per evitare eventuali punizioni divine (non si sa mai che dovesse offendersi il/la Santo/a).

Poi vi è la condizione di ignoranza durevole, sempre molto indicativa della provincia in generale, che contempla l’uso dell’esplosivo come elemento fondamentale dell’atmosfera di festa; il fattore culturale concorre decisamente anche nella giustificazione posteriore, quella che si celebra puntualmente il giorno dopo, spesso da parte del genitore o del simpatizzante in genere. In questo frangente è possibile ascoltare alcuni argomenti tipo “sono giovani”, “meglio i botti che la droga o rubare”, “una notte all’anno cosa vuoi che sia“, “la tradizione va rispettata” (locuzione dalla quale si percepisce anche cosa appartenga alla tradizione).

Da questo stato di cose traspare un ritratto dell’idiota-festeggiante assolutamente integerrimo, egli è l’essenza  di un giovane particolarmente virtuoso che potrebbe drogarsi o rubare ma non solo non lo fa ma è anche rispettoso dei valori tradizionali del luogo.

In sostanza, l’idiota forse non ha ancora un Santo protettore ma ha già la sua festa ed è, già praticamente, un modello da imitare per le nuove generazioni.

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