Il mio amico Remo vive a Roma ed è sempre stato animato da un sensazionale spirito di iniziativa.
Ho conosciuto Remo molti anni fa, quando ancora si occupava di tubazioni per l’edilizia. Tutti coloro che effettuavano ristrutturazioni nel centro storico si rivolgevano a lui. In quel periodo, infatti, Remo era nel ramo rame e le sua azienda di tubazioni riscuoteva discreta fortuna; molto noti erano i suoi uffici nel quartiere della Romanina sui quali svettava l’insegna: “Rame Remo”. Remo lasciò il ramo rame quando tutti iniziarono ad importare tubazioni in pvc dalla Romania, ma Remo non è un tipo che si perde d’animo: chiuse la rivendita “Rame Remo” e accettò un lavoro da suo zio Rino che viveva in Romagna sulle sponde del Reno.
Rino, zio di Remo, era maestro d’ascia, costruiva piccole imbarcazioni per navigare il fiume. Remo imparò in fretta, specializzandosi in attrezzature per la navigazione. Fu così che Remo entrò nel ramo remi. Sulla sponda di uno slargo del Reno, Remo aprì una sua bottega che chiamò “I remi di Remo”, ebbe così tanto successo che in breve Remo divenne «Il re del remo sul Reno». Ma la siccità del 2003 prosciugò il fiume Reno fino a renderlo una lunga lingua di sabbia tanto che la navigazione divenne impossibile. Tuttavia sulla sponda del fiume, dinanzi alla bottega, si formò una specie di stagno abitato da specie anfibie quasi estinte, tanto che Remo convertì la sua attività in una trattoria per escursionisti che chiamò “Da Remo sulla riva solo rare rane”.
Il ramo rane rare rese Remo ricco, così, tornato a Roma, decise di inseguire il suo antico sogno letterario fondando un’agenzia per giovani poeti che chiamò “Remo e le rime”. Ma con il ramo rime Remo ebbe poca fortuna: l’avvento dei poeti da strada e dei versi sciolti lo indusse a rinunciare all’agenzia. Quello fu un momento disgraziato per Remo che fu costretto a dilazionare il pagamento di un lussuoso immobile che, con grande ottimismo, aveva deciso di acquistare, ricordo bene quel periodo: nell’ambiente si discuteva spesso delle rate di Remo.
Ma questo non impedì a Remo di salvare la vita ad un suo caro amico malato di diabete, per il quale non esitò a sottoporsi ad un delicato trapianto. Fu un gesto di enorme generosità, tanto che al rene di Remo dedicò un servizio persino un tg locale.
Ora Remo se la passa meglio. E’ stato assunto al Comune dalla ditta che si occupa della manutenzione degli alberi: ne sorveglia quotidianamente la consistenza e la stabilità. E’ orgoglioso oggi, il mio amico Remo, di essere nel ramo rami di Roma.
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