Per diventare veramente moderni bisogna maturare la consapevolezza di ciò che ci è sostenibile e di ciò che, viceversa, è insostenibile.
Esempi di insostenibile: la parmigiana di melenzane la sera tardi, alcune suocere, Salvini con i doposci in televisione e la famosa leggerezza dell’essere di Milan Kundera. Diversamente ecco alcuni esempi di sostenibile: l’aria frizzante dei mattini di Febbraio, un paio di caffè al giorno se non si soffre di pressione alta, i gerani sul balcone ad Agosto e, per le signore, i tacchi alti (ma solo per mezza giornata). Ma anche i luoghi possono fare parte di queste due categorie.
Minori, splendida cittadina della costa d’Amalfi, ad esempio, è ancora tecnicamente sostenibile, a volte con fatica ma lo è. E per dimostrare lo sforzo e la passione con la quale si conserva sostenibile, ha deciso di dedicare un monumento urbano proprio alla sostenibilità e di sceglierlo proprio al centro del lungomare, affinché non passi inosservato. Si tratta del già famoso “Platano sostenibile”, anche se per la precisione bisognerebbe dire “sostenuto”, visitabile agevolmente e gratuitamente tutti i giorni a tutte le ore. Accolto con scetticismo, dopo sei mesi di ferma mostra, adesso non sono pochi coloro che hanno riconosciuto il fascino della provocazione artistica contemporanea contenuta in questa struttura che, probabilmente nata come provvisoria, a causa del crescente successo ricevuto, è stata dichiarata monumento cittadino e quindi elevata ad arredo urbano stabile.
Dal punto di vista strettamente pratico si tratta di un albero di platano i cui rami sono sostenuti da cinque elementi verticali dei quali tre in legno di castagno tondeggianti comunemente detti “pertiche” e due costituiti da puntelli metallici a croce, volgarmente “cristi”. Così appare, infatti, al profano.
Come tutti sanno, il platano è un albero monumentale utilizzato per decorare parchi e viali, in virtù delle sue caratteristiche di resistenza soprattutto allo smog. Inoltre non produce nessun frutto ed ha radici di contenute dimensioni. Nel caso specifico, la resistenza dei platani locali è ampiamente testimoniata dalla tenacia con la quale sopravvivono al disfacimento progressivo del lungomare, che ha già cancellato le panchine, molta vegetazione, l’ombra e alcuni pedoni, scomparsi nelle buche apertesi di recente. Inoltre il platano è molto utile, in quanto lo sfogliamento autunnale, consente ai passanti, almeno ai più acculturati, ogni Autunno, di citare la famosa poesia di Ungaretti, metafora della nostra misera e provvisoria condizione umana.
Dal punto di vista artistico, invece, il “Platano sostenibile” opera di artista anonimo, è un vero monumento alla sopportazione coriacea del cittadino medio che resiste paziente al passare di qualsivoglia stagione dell’anno e della vita, utilizzando qualsiasi strumento naturale o artificiale per rimanere fermo e dritto contro il vento. E’ simbolo di lotta e temeraria opposizione.
Stilisticamente, la scelta dell’albero non è stata casuale: proprio l’albero è stato recentemente elevato a simbolo artistico in alcune grandi città italiane in occasione di particolari eventi celebrativi. Si veda a titolo di esempio, “L’albero della vita” all’Expò di Milano e “N’Albero” per il Natale di Napoli.
Il catalogo delle eccellenze dell’arte contemporanea va aggiornata: dopo gli alberi impacchettati di Christo e gli alberi in legno riciclato di Ai Weiwei, va inserito anche il “Platano sostenibile” di anonimo minorese.
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