Ogni anno, verso la metà di Settembre, genitori disperati assistono al triste spettacolo dei loro figli diciottenni che si cimentano nell’esame di ammissione alla facoltà di architettura. Madri che li imploravano di approcciarsi a studi più redditizi ed utili, come ingegneria elettronica o informatica, oppure di trovarsi un lavoro serio tipo il pasticciere o l’interprete dal cinese, sono preda del panico. Partecipano anche i padri, sconfortati dalla più che probabile emarginazione sociale alla quale sarà condannato e già in cerca di una via di uscita alla futura disperazione economica dell’erede,
Eppure se un giovane decide, nonostante tutto, di affrontare la selezione per la facoltà di architettura, la colpa è principalmente dei genitori e dei comportamenti che hanno adottato durante l’infanzia e la prima pubertà del rampollo. Prevenire si può, è possibile scoraggiare qualsiasi vocazione e soffocare ipotetici talenti, prima che sia troppo tardi.
Ecco i cinque errori che i genitori devono evitare di commettere se non vogliono ritrovarsi con un figlio che vuole fare l’architetto.
– Regalargli i mattoncini Lego: Tecnicamente il Lego potrebbe configurarsi come una sorta di test per capire se il bambino è dotato di qualche talento compositivo oppure ne è completamente privo. Tuttavia la prova non sarebbe decisiva. Quanti adulti non ne posseggono alcuno eppure sono architetti ?!. Comunque, per non rischiare, meglio tenere lontani i bimbi dal Lego e da tutti i suoi derivati. Assolutamente da evitare i Lego Architecture chiaramente inventati da architetti frustrati costretti a giocare per ore con i Lego da bambini. Per essere certi di soffocare qualsiasi ambizione anche di tipo pittorico o illustrativo, è consigliabile evitare di regalare ai bimbi anche confezioni di colori, pastelli, pennelli, tele ed il temibilissimo Pongo. Nel caso qualche, parente improvvido, abbia commesso l’errore di aver introdotto in casa queste armi di distruzione, occultarli immediatamente per poi riciclarli a vantaggio di un orfanotrofio.
Alternativa: Regalare il Monopoli. Il bambino imparerà a maneggiare il denaro e a farsi pagare anche quando passa semplicemente dal “via”.
– Affidarlo al nonno nei giorni feriali: Molto pericoloso è affidare bambini tra i 4 e i 9 anni al nonno in orari lavorativi, perché come tutti gli anziani, lo porterà con sè a vedere i cantieri edilizi. Soprattutto scavi per interro delle tubature o il getto delle fondazioni di nuovi fabbricati. Gli anziani, infatti, sono grandi esperti dell’armatura delle travi rovesce e sul diametro delle diverse tubature: gas, fogna, luce e, novità, la fibra ottica. Il bimbo rimarrà incantato da questo movimento di uomini, materiali e merci, desiderando il ruolo del comando che notoriamente dovrebbe spettare all’architetto, anche se è chiaro che nei cantieri in strada comandano solamente gli anziani.
Alternativa: se non si può fare proprio a meno dell’aiuto del nonno, bisogna affidargli il bambino solo nei giorni festivi o fuori dagli orari dei cantieri, cioè o prima delle 7 del mattino o dopo le 17. Oppure si affidi il bimbo al nonno ma chiudendoli entrambi in casa lasciandogli in dotazione un mazzo di carte napoletane tramite il quale l’anziano porrà le basi per fare del nipote un mago del tressette da bar.
– Raccontargli un certo tipo di fiabe: Per bimbi molto piccoli occorre scegliere con cura le fiabe della buonanotte. Alcune favole possono infatti convogliare nei piccini convinzioni dannose specie sotto metafora, perché i grandi non riconoscono le metafore ma i bambini, a modo loro, si. A puro titolo di esempio andrebbe evitata la favola de “I tre porcellini”, dove i maiali costruiscono case di paglia, legno e infine di mattoni, per evitare che il lupo le abbatta. Il bambino vorrà a provare a costruire una casa antilupo, magari in cemento armato, così non solo non la butta giù il lupo ma neanche l’ordinanza di demolizione del giudice. Attenzione anche ad “Hansel e Gretel”, dove la casa è addirittura in marzapane, dunque certamente più calorica che antisismica. Comunque in generale le favole sono dannose perché nella maggior parte dei casi finiscono con “vissero tutti felici e contenti” che è una condizione che raramente si abbina alla vita adulta dell’architetto.
Alternativa: favole meno impegnative, senza gente che costruisce case e/o cose. Per i maschietti ammesse Pollicino e Pinocchio, per le femmine Cenerentola e le principesse in genere, qualche dubbio resta su Biancaneve, dove i nani in miniera celavano chiaramente ambizioni ingegneristiche.
– Portarlo a visitare musei: Per contrastare qualsiasi sensibilità artistica del piccolo aspirante architetto occorre fare molta attenzione ai posti dove lo si porta nell’età del pre-sviluppo. Molto imprudente è portare il bambino nei musei, specie dove si espone incomprensibile arte contemporanea, peggio ancora se si tratta di musei costruiti da architetti d’avanguardia dove per trovare i bagni occorre affidarsi al fiuto di un cane da tartufo. Saggio sarebbe tenerli lontani anche da mostre di pittura e vernissage in genere. Siccome la prudenza non è mai troppa, il bambino non visiti mai, neanche per sbaglio, negozi-trappola come Ikea, Leroy Merlin, Brico ecc. Per sicurezza i genitori facciano attenzione anche ai programmi televisivi che passano dalla tv di casa, anche se vista la qualità di ciò che va in onda oggi i pericoli sono davvero pochi.
Alternativa: Eliminati i musei vanno bene tutti gli altri luoghi di svago tipo lo stadio di calcio, lo zoo, le giostre e la sala scommesse. Per la tv il bimbo venga pure largamente stimolato con il Grande Fratello vip, Pomeriggio Cinque e con tutti i programmi di cucina esistenti per favorire un annullamento progressivo della coscienza critica.
– Abbandonarlo davanti alle piastrelle geometriche della cucina (o del bagno): Talvolta, quando non si sa cosa far fare ai figli, li si posiziona con il passeggino di fronte a pareti falsamente anonime, come quelle piastrellate della cucina, oppure del bagno. Capita spesso che il bimbo dopo qualche minuto di perplessità, rimanga impassibile e silenzioso e così mentre i genitori penseranno ad un improvvisa quiete spontanea, il bambino sarà ipnotizzato dalla simmetria del disegno delle riggiole. Si può dire che le mattonelle della cucina funzionano meglio di una baby-sitter esperta e costano certamente meno anche perché si pagano a metro quadro e non ad ora. L’anamnesi della riggiola torturerà il giovane avviandolo verso mestieri di natura pseudo-creativa: tipo il tatuatore, il cantautore triste con problemi esistenziali o l’architetto che ha gli stessi guai del cantautore però non canta o canta solo sotto la doccia.
Alternativa: Innanzitutto piastrellate la cucina con tinte unite, poi, se proprio necessario, abbandonate i bimbi nel passeggino a fissare superfici non geometriche e neanche astratte, ma semplicemente vuote. Tipo un muro bianco, tutti hanno un muro bianco a casa. Allora usatelo.
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