C’ERA UNA VOLTA UN PAESE DI MARE (FILASTROCCA)

“C’era una volta un paese di mare

che però non aveva più il mare.

Cioè: il mare c’era, era spettacolare

ma nessuno ci poteva più andare.

Anzi, ci potevano andare solo i più belli

Tre giornalisti, il politico, due colonnelli.

Neanche un bambino del paese di mare

poteva andar sulla sabbia e giocare.

A un cane dal guinzaglio scappato

un poliziotto cattivo aveva sparato.

Eppure il mare sembrava pulito

ma non si poteva c’era il divieto.

Pure la spiaggia pareva un tappeto

si vedeva dall’alto, dal limoneto.

«Quanto dovremo ancora aspettare?»

si domandavano dal lungomare

«Mica tutti han la piscina!

Siam già rimasti tre mesi in cucina!».

«Non si può andare c’è la transenna.

Deve ancor ripassare la benna.

Ora il concorso abbiamo lanciato».  

Rispose l’ufficio predestinato.

«Al disoccupato daremo la carica ingrata

di sorvegliare l’uscita e l’entrata».

«E tutto ‘sto tempo a che avete pensato?»

chiese un turista appena arrivato.

«Bravo il turista» disse un signore

ma fu arrestato da un carabiniere.

«Eravamo impegnati a fare la pasta

a cantar sul balcone, a far l’intervista.

Tra tante cose, chi poteva pensare

che volevate andar pure al mare?».

Così, anche oggi, nel giorno di festa

rimase sospesa ogni richiesta.

Gli anziani e i bambini tornarono a casa

a prolungare l’inutile attesa.

C’era una volta una località

dove la gente ha tanta bontà. 

Ma quant’è triste quel paese di mare

senza la spiaggia e senza più il mare

dove può andare solo il più furbo

che ubbidisce senza dare disturbo”.

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