Il destino di Bartolomeo, da quando si era sposato oramai più di quarant’anni fa, era di mangiare quasi tutti i giorni gli avanzi, di solito del giorno prima, ma a volte anche di due giorni prima.
Questa convinzione non lo aveva raggiunto immediatamente, ma si era fatta breccia dentro l’animo di Bartolomeo poco per volta, finché, oramai già da qualche anno, lui aveva accettato questo fenomeno acquisendolo come un dato di fatto.
Eppure, se si escludono i primi anni di convivenza matrimoniale, Bartolomeo e sua moglie avevano condotto sempre una vita piuttosto agiata. Lui, subito dopo il diploma aveva ottenuto il posto in un’azienda di una certa levatura e negli anni ne era diventato prima funzionario, poi anche dirigente una decina di anni prima di andare in pensione. La moglie, dunque, aveva potuto badare alla casa e ai loro tre figli che poi si erano tutti allontanati dall’appartamento di famiglia, in due casi sposandosi.
Bartolomeo si era sposato dopo un breve fidanzamento. Anche se non sarebbe corretto parlare di colpo di fulmine, quello tra lui e sua moglie era stato certamente un grande amore. La moglie di Bartolomeo aveva grandi qualità, una di queste, certamente, era quella di cucinare in maniera eccellente. Era una dote che si era manifestata immediatamente dopo le nozze. Bartolomeo ancora ricorda come festeggiarono il primo giorno nella loro nuova casa in affitto: con una magnifica cena fatta in casa: gnocchetti con passata di pomodoro e basilico. E poi uno splendido dolce, pure preparato dalla donna.
Tra le cose che la moglie di Bartolomeo cucinava meglio c’erano senza dubbio le torte. Non una grande varietà a dire il vero, ma sempre ben riuscite. La specialità della casa fu, fin dai primi anni di convivenza, il pan di Spagna, che la moglie di Bartolomeo impastava sul tavolo della cucina per poi restare incantata dinanzi al vetro del forno mentre la pasta si gonfiava. Mentre la torta cuoceva, la moglie di Bartolomeo preparava una crema al cioccolato densa e zuccherosa con la quale poi ne ricopriva tutta la superficie. Bartolomeo non era un goloso e, in realtà, non sperava di aver sposato una donna così brava in cucina, gli faceva piacere ma non era un suo desiderio particolare.
Tuttavia la bravura in cucina della moglie di Bartolomeo non si manifestava solo tramite la bontà dei cibi, ma anche attraverso le quantità, in parte giustificata dalla presenza di tre figli da nutrire. Per questo motivo la moglie di Bartolomeo cucinava sempre in abbondanza.
Ad esempio la porzione di pasta cadauno era sempre superiore ai cento grammi. La carne era ogni volta in eccesso, così come il pesce, per non parlare dei contorni che erano molteplici e cumulati. Ovviamente, la prima scelta di ogni pietanza, la moglie di Bartolomeo la riservava ai figli che comunque facevano fatica a mangiare tutto, per questo grandi quantità di cibo, ogni giorno, venivano depositate in frigorifero o riposte in forno avvolte nella carta stagnola.
Buona regola della casa era di non buttare il cibo. Era un insegnamento che entrambi avevano imparato dalle loro rispettive famiglie. In particolare la moglie di Bartolomeo, che proveniva da una classe sociale più bassa, considerava buttare il cibo un vero e proprio delitto. Per questo motivo, in qualche modo, tutto il cibo avanzato doveva essere consumato. A questo provvedeva lei stessa, ma molto più di lei, il compito di terminare gli avanzi spettava a Bartolomeo che, per indole, era una persona mite e a tavola non adduceva mai pretese particolari. Per cui, mentre gli altri consumavano cibi freschi appena cucinati, tutti gli avanzi venivano assegnati e proposti a Bartolomeo. Quando gli avanzi, specie di insaccati e latticini erano tanti, la moglie di Bartolomeo li utilizzava per preparare alcuni piatti tipici, quali la frittata di spaghetti o la pasta al gratin. Una volta Bartolomeo si era persino lasciato imprudentemente scappare che la pasta al gratin gli piacesse, quella nota gli suonava come una condanna tutte le volte che era costretto a pranzarci.
Per decine di anni, finché i figli rimasero in casa con i genitori, Bartolomeo, dunque, si occupò di mangiare avanzi di cibo. A cena gli avanzi del pranzo, e a pranzo gli avanzi della cena del giorno prima che, spesso, erano già avanzi del pranzo del giorno prima ancora. A volte egli stesso si sentiva valutato un avanzo, ma era una considerazione che durava, per fortuna, solo pochi attimi.
Per anni, a tavola, Bartolomeo aveva dovuto ascoltare conversazioni di questo genere.
“Mangiane ancora un po’” diceva la moglie ad uno dei suoi figli.
“Mamma, sono pieno, non ne voglio più”.
“Coraggio, sforzati, nella padella ci sono ancora altre tre porzioni”.
“Mamma, davvero, non ce la faccio più”
“Va bene, lascialo pure nel piatto. Lo mangerà stasera papà”.
Ovviamente anche a Bartolomeo, di tanto in tanto, toccava di mangiare qualcosa di appena cucinato. Capitava spesso di Domenica o in occasione di qualche festività. In quelle circostanza la moglie di Bartolomeo, specie in presenza di ospiti, non poteva presentare avanzi per il marito e dunque Bartolomeo poteva mangiare la stessa pietanza degli altri commensali. Questo rappresentava per lui sia un sollievo che una maledizione perché la moglie, in occasione di questi eventi, cucinava quantità ancora maggiori di cibo, per cui per i giorni successivi Bartolomeo era già consapevole di dover terminare tutti gli avanzi di tale pranzo, a cominciare dagli avanzi del giorno prima, che per ragioni di etichetta non erano stati consumati durante il pranzo festivo.
Vani furono i tentativi di Bartolomeo, spalleggiato anche dai figli, di dotare la moglie di strumenti per la pesatura precisa della pasta o delle dosi di contorno: la donna, nel timore di lasciarsi ingannare da tali strumenti elettronici, approssimava sempre per eccesso, a volte con risultati anche più gravi di quando procedeva attraverso una stima sommaria delle quantità.
Quando Bartolomeo e la moglie rimasero soli ad abitare nel loro appartamento, questa ebbe un improvviso, quanto sorprendente cambiamento temporaneo. Prese cioè a cucinare solo in alcuni giorni della settimana, sempre cospicue quantità ma solo a giorni alterni, in modo che Bartolomeo ebbe, al principio, la speranza di mangiare cibo fresco almeno una volta ogni due giorni. Ma la speranza fu vana: in assenza dei figli il cibo si accumulava in maniera più veloce e massiccia tale che Bartolomeo non riusciva mai a mettersi in pareggio consumando tutti gli avanzi. Non mancarono le volte che Bartolomeo ci provò: scrutando nel frigo conteggiava quante porzioni di avanzi aveva a disposizione e, con grande impegno, provava a consumarli tutti in una volta; ma non faceva in tempo a finirli che già la moglie, vedendo assottigliarsi la riserva di cibo, metteva mano ai fornelli accumulando altro cibo che sostituiva quello che Bartolomeo faticosamente stava mangiando.
Tale periodo si concluse presto: la moglie di Bartolomeo riprese l’abitudine di cucinare tutti i giorni, anche per noia essendo il cucinare, senza dubbio l’attività che più la rilassava e la faceva sentire utile. Anche le torte, con il consueto pan di Spagna, venivano preparate con maggiore frequenza, rimanendo poi in frigo per molti giorni, finché Bartolomeo non si impegnava a mangiare le ultime fette, intrise di una crema al cioccolato oramai quasi acida. Tuttavia il mite Bartolomeo accettò anche questo nuovo mutamento con rassegnazione, aveva trascorso una vita a mangiare avanzi e non avrebbe certo mosso obiezioni adesso.
Complice uno stile di vita più sedentario, accadde qualche anno fa che però Bartolomeo prese ad ingrassare. Era accaduto anche in passato, ma mai con questa costanza e nelle rilevate dimensioni. La vicenda fu oggetto di una discussione serale con la moglie, finché non si decise di sottoporre Bartolomeo a delle analisi. Queste evidenziarono alcuni valori piuttosto alterati, specie per quanto riguardava il colesterolo.
“Dovete fare attenzione a quello che mangiate” disse il medico a Bartolomeo, in presenza della moglie, nel suo ambulatorio.
“In che senso ?” rispose la moglie che si sentì immediatamente chiamata in causa da tale diagnosi.
“Suo marito deve seguire una dieta ferrea” precisò il medico.
Bartolomeo non fu stupito delle parole del medico, per decenni si era nutrito troppo e con cibi conservati in frigo o nella carta stagnola, per questo continuava ad annuire mentre il medico elencava una serie di alimenti che avrebbe dovuto eliminare ed altri che era meglio cominciasse ad assumere.
La moglie di Bartolomeo prese così appunti promettendo da qual momento di gestire al meglio l’alimentazione del marito. Mentre quel giorno tornavano a casa, Bartolomeo mentre ascoltava gli ammonimenti della moglie non si faceva però molte illusioni.
Infatti, da allora, le cose non sono molto cambiate.
Bartolomeo ad oggi continua a nutrirsi di avanzi. Però dietetici.
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