“Amore, voglio andare al mare
ma ho paura del caldo torrido
lo hanno detto in tivvù: non uscite che c’è la bolla.
Ho paura del traffico lungo la strada
e di non trovare parcheggio;
di bestemmiare, confondendo una smart per un posto vuoto.
Amore, vorrei andare al mare
ma ho paura delle ustioni, delle allergie, dei calabroni e degli extracomunitari.
Ho paura che non ci sia più la spiaggia libera.
Allora ho paura che dovrò per forza fittare ombrellone e sdraio.
Che per un caffè mi chiedano un euro e cinquanta
e per un gelato quattro euro.
Amore, sarebbe bello andare al mare
ma ho paura della folla sulla spiaggia.
Che la doccia non funzioni o che, per farsela, ci sia una fila lunghissima.
Dei noleggiatori scostumati che fanno i padroni
dei bambini che mi camminano sull’asciugamano.
Ho paura che un adolescente calci fortissimo un pallone colpendomi in pieno viso.
Ho paura della gente rincoglionita che si fa i selfie.
Dei genitori che fotografano figli neonati e poi pubblicano le foto sui social accompagnandole con frasi tipo: «quanto siamo belli oggi!» o «baciati dal sole».
O peggio ancora: «tutto sua madre/padre/zio/zia».
Amore, scusami, ma ho paura che il mare sia sporco
che i motoscafi scarichino la nafta sotto costa
che ci siano le alghe o le meduse, o tutte e due.
Ho paura che il mio vicino di ombrellone parli al cellulare ad alta voce tutto il tempo.
Che tenga la radio accesa e ascolti musica di merda
O che ad ora di pranzo tiri fuori il panino con le melanzane sott’olio.
Ho paura, amore, che, mentre sono fuori, una banda di ladri rumeni mi svaligi casa.
o che mi arrivi una mail importantissima ed io, non potendo rispondere, perda l’occasione della vita.
Ho paura che improvvisamente sulla spiaggia arrivi un barcone di migranti e il capitano non rispetti l’alt della marina, speroni una corvette della guardia di finanza dichiarandoci, di fatto, guerra e mi richiamino al militare, seduta stante.
Nonostante sia stato congedato per motivi di salute nel 2002.
Amore, vorrei andare al mare
ma se non conosci un rimedio contro la paura,
mi sa che resto a casa”
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…qualcuno ha scritto “be the change you want to see in the world”…avremmo bisogno di piú tolleranza e collaborazione con organizzazioni internazionali, in Italia purtroppo si esaltano le politiche di odio, discriminazione: https://bankimooncentre.org/vienna-office