Alice è sempre stata un’indecisa.
Un unico, ma enorme, inconveniente.
In compenso però, grazie alle sue incertezze, è sempre stata considerata una persona estremamente originale.
L’indecisione, si sa, spesso è confusa con l’anticonformismo.
In terza elementare Alice vinse una gara di narrativa e fu gratificata con «10» in italiano.
Scrisse una favola intitolata “La Principessa Blu”, nella quale la protagonista sceglieva il suo sposo indicendo un grande concorso. Ma la storia terminava prima che la “Principessa Blu” decretasse il vincitore.
La giuria si stupì di quanto fosse originale la bimba.
“Ha utilizzato un finale «aperto», come una novella di Calvino” commentò l’anziano preside.
In realtà, mentre Alice ancora pensava a chi affidare la principessa, il termine della consegna stava scadendo.
“Avrei avuto solo bisogno di un po’ più di tempo” pensava mentre, ritirando il primo premio, sorrideva al fotografo.
Anche con i ragazzi che la corteggiavano o che corteggiava, le cose non andarono mai bene. Un giorno si diceva “innamoratissima”, l’indomani aveva perso entusiasmo.
Così tutte avevano un fidanzato ma lei no. Finì che andava sempre in giro sola.
Per un periodo la gente pensò: “Ma quanto è originale Alice!”.
Lei si giustificava: “Ma come si fa a capire quale sia la cosa giusta? Scegliere è così faticoso! E poi devo già fare un mucchio di cose”.
A volte, la sua amica «del cuore» decideva al posto suo. Le sceglieva i vestiti, la pizza al ristorante, il film al cinema e molte altre cose.
Ma era impegnativo, infatti quella decise pure che si sarebbe trovata un’altra amica «del cuore» e così fu.
Dopo il liceo Alice si trasferì in città dove studiò in varie facoltà, cambiandole a rotazione. Alla fine si laureò in lettere moderne e venne assunta come archivista in biblioteca.
Era un lavoro perfetto per lei.
Non c’era niente da decidere: i libri andavano solamente disposti per genere e successivamente in ordine alfabetico.
Talvolta era tentata di suggerire qualche testo agli avventori, ma non riusciva mai a decidere quale. Quindi desisteva.
Le tornò il desiderio di concludere la storia della “Principessa Blu”.
Ma il lavoro le rubava la maggior parte del tempo. E quello restante era già tutto occupato dalle indecisioni.
A tali ostacoli si opponeva adottando soluzioni reversibili, in modo da evitare guasti irreparabili.
“Così, se sbaglio, posso tornare indietro” sperava.
Chiaramente non si sposò mai.
Anche decidere per una casa piuttosto che un’altra, le fu laborioso.
Ma una casa le serviva.
Un tale Piero, conosciuto in biblioteca le propose un capannone industriale riadattato ad “open space”.
Lei lo preferì perché l’assenza delle pareti, così perentorie e immobili, la tranquillizzava.
Durante la quarantena Alice si tinse i capelli di blu.
Ebbe tutto il tempo per scegliere il finale della sua favola.
Ci riuscì, faticosamente, qualche giorno prima di tornare al lavoro.
Soddisfatta rilegò il manoscritto e lo rinchiuse in un cassetto della scrivania, sognando il giorno in cui sarebbe diventato un libro per la biblioteca.
Ma è improbabile che accada.
Il finale, con la principessa che prima di decidere muore, è fin troppo originale.
(#2 – continua)
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Puntate precedenti: L’invisibile Nikolas #1