Dal primo Gennaio dovrebbe andare in vigore una simpatica novità per la categoria degli architetti.
Finalmente quando un cliente vorrà a tutti i costi pagare un architetto con la carta di credito non si dovrà più assistere a quelle noiose discussioni, così volgarmente formali, di professionisti che preferiscono i contanti o che si accontenterebbero anche di un bonifico o addirittura di un banalissimo assegno. In fondo chi di voi, amici architetti, non ha dovuto già litigare con un cliente che non voleva sentire ragioni ed insisteva per pagare con la carta di credito ?.
L’articolo 15 del decreto legge179/2012, infatti, prevede che gli architetti non potranno più rifiutare pagamenti con la carta di credito e quindi dovranno dotarsi di un dispositivo POS, come i supermercati, le gioiellerie e la cassa rapida dell’Ikea.
Siccome è una legge che ha pensato gente con tanto di laurea alla Bocconi e non con il diploma Radio Elettra, si tratta sicuramente di una legge saggia ed utile.
All’inizio ero un po’ scettico poi ci ho pensato bene e ho cambiato idea: questa è proprio la legge della quale gli architetti non potevano più fare a meno, è il segnale che il governo ci vuole bene, che si fida della categoria e che sta facendo di tutto per aiutare gli architetti a fare serenamente il loro lavoro; inoltre è l’ennesima prova che i rappresentanti politici degli architetti hanno voce in capitolo nei palazzi che contano.
Ma, diciamolo onestamente, questa è anche una legge che va incontro alla situazione economica del paese: guardatevi intorno, oramai con il benessere che c’è in giro la carta di credito è diventata una necessità, ancora più della maglia di lana d’inverno. L’altro giorno ero in centro città, sono passato davanti ad una banca e ho visto una folla prendere d’assedio l’entrata, tanto che sono arrivati i carabinieri. Incuriosito mi sono fermato e ho chiesto: “brigadiere, c’è stata una rapina ?”, “no” mi ha risposto il graduato: “tutta questa gente è in coda perché vuole farsi la carta di credito !”. Cose da non credere.
Pensate che mia zia, che ha 77 anni, per Natale ha chiesto ai figli se per cortesia gli regalavano un’altra carta di credito, le danno talmente tanti soldi di pensione che non riesce più a gestire tutto questo fiume di denaro, così vuole suddividere le spese di casa da quelle dello shopping che fa ogn sabato pomeriggio con le amiche
Un mio amico architetto mi ha raccontato che un suo cliente che lo pagava sempre con le derrate alimentari (cacciagione, vino, castagne), l’ultima volta ha tirato fuori dal portafogli due Mastercard Gold e una VISA Classic e quando il mio amico gli ha chiesto come mai non pagasse con il vino novello, quello gli ha risposto secco: “architetto, aggiornatevi, siete un barbone !”.
Inoltre le banche di questi tempi non chiedono praticamente nulla per gestire conti correnti e crediti al consumo, hanno talmente tanta disponibilità di denaro che non sanno che farsene.
La settimana scorsa ero allo sportello della mia banca a versare un assegno quando è arrivato il direttore della filiale, mi ha preso sotto braccio e mi ha tirato da parte.
“Carissimo architetto” mi ha detto. “Lei ci è sempre stato fedele e ora la banca le vuole così bene che le vuole dare dei soldi”. E mentre me lo diceva mi ha infilato in tasca due banconote da cinquanta euro. “Scusi direttore cosa fa ?” gli ho chiesto stupito.
“Le tenga architetto, si beva un bicchiere di vino alla mia salute, faccia un regalo alla signora, compri le caramelle ai nipoti”.
Io ero rimasto che, al massimo, la banca ti regalava l’agenda e il calendario a fine anno, ma oramai credo di essere rimasto indietro.
“Se ha bisogno di un prestito, caro architetto” ha continuato il direttore, “non si faccia problemi. Quanto le serve ? ventimila euro ? venga di là ho una ventiquattrore piena di carte da 100, non so che farmene, li prenda lei, davvero, me li restituisce in venti anni senza interessi”.
“Davvero direttore non mi serve un prestito, la ringrazio”, ho tentato di sfuggire alla presa.
“Le prenda lo stesso architetto, non importa. Non li voglio neanche indietro. Se li spenda come vuole, si compri la macchina nuova, vada a donne, li giochi al videopoker”.
Ho fatto fatica ad uscire dalla banca senza prendere denaro, ho dovuto per forza accettare almeno quattro agende e una calcolatrice con la conversione euro-sterlina.
Sono solo alcuni esempi per raccontarvi come i reazionari che non vogliono convertirsi all’uso della moneta elettronica o che pensano che bisogna diffidare delle banche e della politica, sono fuori dal tempo. Addirittura, in giro, c’è gente che ancora parla di crisi.
Per questo motivo io credo che per Natale, se avete un parente o un amico architetto, potete regalargli un POS, un bel POS, in tinta con la tappezzeria del suo studio o con la tinta della scrivania. Magari un POS di design, disegnato da Philippe Starck.
Vedrete come sarà contento.
(P.S.: In realtà la legge non andrà in vigore il prossimo 1mo Gennaio perché mancano i decreti attuativi, inoltre si pensa di imporre l’obbligo solo agli architetti che hanno fatturato oltre 200.000 euro nell’anno precedente, cioè cinque o sei. In ogni caso, buon Natale a tutti)