GLI STUDENTI DI ARCHITETTURA CAUSANO DEGRADO URBANO

Charles Sheeler - skyline 1950Tra le principali cause di degrado urbano delle nostre città, subito dopo i tossici alla stazione e prima dei writer che lasciano le loro tag sui monumenti, ci sono gli studenti di architettura.

Per fortuna in Italia ci sono meno di venti facoltà di architettura, quindi solamente poche città, con le loro aree periferiche, soffrono di questa piaga sociale; tuttavia si tratta di un problema che può causare danni stimabili intorno ai 5 milioni di euro all’anno, che ricadono sulla collettività.

Gli studenti di architettura vivono in branco, di solito composto da 5/6 unità, si muovono compatti migrando tra aule, musei e friggitorie sparse in città. Di solito i loro spostamenti si compiono in orari molto precisi: prima delle 8.30 del mattino, intorno all’ora di pranzo e dopo le 18. Tuttavia per improvvise manifestazioni quali cortei, convegni, dibattiti e/o visite guidate ci si può imbattere in un branco di studenti di architettura in qualsiasi ora del giorno. Di solito si radunano per classi d’età, che nel gergo vengono chiamati “anni di corso”; lo studente che è indietro con gli esami viene definito “fuori corso” ed in genere isolato dal branco, tanto da intristirsi e, a volte, abbandonare gli studi.

Una delle caratteristiche più fastidiose degli studenti di architettura è la rumorosità, insieme all’abbigliamento è l’indizio più semplice per smascherarli. Di norma in un branco ci sono almeno un paio di esemplari che esercitano il chiasso come stile di vita, spacciandolo per buonumore e vivacità. Questo è causa di innumerevoli interruzioni della quiete pubblica in luoghi dove il silenzio sarebbe più consono tipo: chiese, parchi o musei appunto.

Fino a qualche anno fa, gli studenti di architettura venivano riconosciuti facilmente poiché erano usi andare in giro armati del tubo per i lucidi, il cilindro allungabile adatto a custodire i rotoli di carta da disegno che oramai sono quasi spariti a vantaggio delle forme digitali. La sparizione del tubo rende gli studenti di architettura più facilmente mimetizzabili e dunque anche più pericolosi. Lo spostamento in branco degli studenti di architettura può provocare problemi di ordine pubblico: in un mezzo di trasporto pubblico ad esempio, l’arrivo di un branco può occupare tutti i posti a sedere lasciando in piedi le altre forme di vita.

Altro grave inconveniente provocato dagli studenti di architettura nei mezzi di trasporto è l’occupazione illegittima dei posti con i loro grossi pacchi, in genere scatole di cartone di forma prettamente parallelepipeda, utilizzati per custodire quelli che normalmente vengono chiamati “plastici” o “modellini”. Pur essendo a vista imballati con decine di strati di cellophane, questi involucri vengono ritenuti troppo fragili per essere depositate nel portellone dei bagagli, ma in ogni caso, per il loro potenziale valore, non verrebbero mai abbandonati dallo studente in posti occultati dalla propria visuale.

Gli inconvenienti legati all’invasione di un branco di studenti di architettura si possono verificare ad ora di pranzo nei luoghi di ristorazione. Normalmente lo studente di architettura ha sempre molta fame, la scienza lo giustifica sostenendo che la creatività ha bisogno di carboidrati e proteine. Gli studenti di architettura prediligono dunque le rosticcerie dove saccheggiano le vetrine ed occupano militarmente gli spazi ante-banco vendita. Questo tipo di impiccio, che provoca lunghe file e perdite di tempo, si verifica anche al bar per la pausa caffè, alla sala scommesse il Mercoledì di coppa e alle biglietterie del treno, molto meno di frequente, ad esempio, in libreria.

Gli studenti di architettura sono causa di frequenti violazioni della privacy, poiché tendono a fotografare qualsiasi oggetto, elemento d’arredo urbano, facciata di edificio che può minimamente interessargli. Sostengono sia per motivi di studio, in realtà sono solo manifestazioni moleste o al limite di curiosità morbosa. Questo fenomeno si è aggravato moltissimo con l’avvento degli smartphone, all’epoca della pellicola erano in pericolo solo gli abitanti di palazzi storici o di aree degradate; oggi tutti gli abitanti di una città sono potenzialmente vittime delle foto degli studenti di architettura.

Gli studenti di architettura possono provocare ingenti danni anche durante le periodiche trasferte legate a rilievi topografici, visite d’istruzione o ex-tempore progettuali. L’arrivo del bus degli studenti di architettura viene spesso percepito come una minaccia. In genere l’obiettivo è sempre quello di dare vita a qualche progetto rivoluzionario: recuperare un quartiere popolare degradato, convertire un’area industriale in un meraviglioso parco, costruire nuovi alloggi a impatto zero sul modello scandinavo ecc.

Le popolazioni invase tendono a mostrare grande diffidenza e a non dare confidenza al branco di studenti che, di solito, difficilmente riescono a stringere amicizia con i locali.

Tuttavia il tempo ha insegnato che lo studente di architettura, in città come in campagna, in periferia come in centro, a parte i fastidi causati dalle sue caratteristiche genetiche, è assolutamente inoffensivo.

Con il passare degli anni la sua energia tende a scemare, così come la fame e la curiosità, mentre con i suoi numerosi progetti innovativi al massimo può venirne fuori una pubblicazione o, se va bene, una mostra.

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nella foto: Charles Sheeler – “skyline” (1950)

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