IL CENONE DI CAPODANNO NELL’ITALIA DELLA DESTRA

Questo del 2023 sarà il primo cenone di Capodanno con l’Italia a destra dopo ben 81 anni.

Finalmente! Ne avevamo bisogno !.

Si tratta quindi di festeggiare in modo appropriato, marcando le differenze dei cenoni precedenti dove la sinistra imponeva riti provenienti da al di là della cortina di ferro.

Innanzitutto va ripristinato, come da storia italica, il vero cenone, quello celebrato in famiglia, ovviamente tradizionale, tra etero. Eliminando dalla lista invitati congiunti non uniti dal vincolo del matrimonio col rito di santa romana chiesa e naturalmente scansando il pericolo di unioni civili, peggio ancora quelli demoniaci tra omosessuali. Naturalmente per accedere al cenone occorre esibire il documento attestante regolare cittadinanza. Gradita una certificazione razziale, casomai sorgano dubbi sull’etnia.

Il dress code è tendente al nero. Anche per l’intimo. Sconsigliate le mutande rosse, troppo comuniste.

La tavola per il cenone va accostata al presepe, nella sua accezione classica, senza interpretazioni moderniste, meglio ancora se riprodotto secondo la memoria settecentesca napoletana. L’albero è consentito sullo sfondo, per le foto, appena sotto ad uno dei tricolori appesi alle pareti.

Per iniziare va consumato un frugale antipasto, anche in piedi, a buffet con mini rissa per aggiudicarsi i pezzi migliori come da tradizione anch’essa italica. Nel frattempo la televisione va sintonizzata sul Tg1 dove un esponente della maggioranza sta elencando i successi ottenuti dell’esecutivo nell’ultimo anno. A seguire Bruno Vespa darà la linea al premier che avrà modo di parlare alla nazione per un paio di ore dal soggiorno di casa. Il messaggio del presidente della Repubblica andrà in onda in forma ridotta alle 2 di notte. In alternativa, su rai2 c’è Pino Insegno che gioca a “sette e mezzo” col ministro Sangiuliano, mentre a Rete4 Sgarbi discute con Morgan del valore della tolleranza e della pazienza nel Natale cristiano.

Il menù del cenone, imposto dal capo famiglia, si compone esclusivamente di pietanze made in Italy come da circolare ministeriale. Oltre alla pasta, compariranno gli immancabili: cotechino con lenticchie, insalata di rinforzo, capitone e panettone milanese. Tutti cibi prediletti dai poveri che, notoriamente, mangiano meglio dei ricchi.

Naturalmente il cenone è preparato dalle donne della casa che si occupano della cucina mentre gli uomini attendono i piatti a tavola, discutendo di motori, femmine e calcio.

Durante la serata, complice il vino (chiaramente italiano) possono crearsi i presupposti per un fugace accoppiamento dal quale potrebbe persino scapparci (con i tempi dovuti) una consacrata natalità per aumentare il tasso nazione.

Terminato il cenone, nessuna concessione a balli o “trenini” scivolose pratiche gay-friendly: le donne tornano in cucina a fare i piatti, mentre gli uomini fanno il consueto “giro di carte” (napoletane o piemontesi) a tressette puntando soldi e bestemmiando. Possibile anche una tombola, nel dubbio no all’arabeggiante “Mercante in fiera”.

L’arrivo della mezzanotte è salutato con l’esplosione dei tradizionali botti, ma anche sparando dei colpi in aria col fucile di ordinanza detenuto regolarmente. E’ giusto che l’esercizio dello sparo tocchi al figlio sedicenne, oramai abilitato a farlo, così può anche allenarsi casomai qualcuno si introduca in casa.

E’ possibile lanciare dal balcone cose che non servono. Tipo i libri o gli anticoncezionali.

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