Casa in piazza

La casa in piazza ha il soffitto di legno, antico. Con travi circolari, tranne due che sono squadrate. Il restauratore mi spiegò che quelle tonde sono di castagno e quelle quadrate sono di abete; “se guardi bene” mi disse, “quelle di abete sono anche più chiare“. Io l’avevo già notato, ma imparai una cosa nuova.

Sotto le travi ho sospeso le luci, mi piace che la luce viaggi su un filo e che in qualche modo galleggi nell’aria. Il pavimento è grigio chiaro, è stata una delle cose che ho scelto più facilmente. Volevo fosse grigio dal primo momento che ho ci ho pensato. Tra la cucina e il soggiorno non esistono pareti, lo spazio è aperto, così come da subito lo avevo immaginato. Il tavolo galleggia nel mezzo, prima di comprarlo tracciai per terra la sagoma con lo scotch di carta per farmi un’idea precisa della superficie che avrebbe occupato. Non è un tavolo tanto grande ma si può allungare. Perché mi piace che nella casa in piazza, ogni tanto, venga a mangiare tanta gente.

Nella casa in piazza ci sono cinque sedie bianche, una gialla ed una viola. In un angolo ho fatto realizzare una credenza. L’ho disegnata io perché già da tempo me la immaginavo. E’ rossa, con un solo sportello bianco; si inserisce così bene nello spazio che sembra che sia sempre stata là, anzi che sia nata insieme alla casa.

Nella casa in piazza non ci sono molti quadri, perché non ci sono posti adatti per appenderli. All’ingresso c’è una stampa di De Chirico, in soggiorno una di Hopper in camera da letto due innamorati di Haring. Sarebbe bello che qualcuno prima o poi facesse un quadro apposta per la casa in piazza.

Le porte della casa in piazza sono bianche con dei rilievi sulle quali c’è un segno colorato. I colori che ho scelto sono il giallo, il rosso ed il blu. Sono i tre colori primari: dalla loro combinazione si possono comporre tutti gli altri colori. Questa magia mi incuriosiva già da quando ero bambino e a volte provavo a verificare le combinazioni, anche se come accade a tutti i bambini i risultati non erano incoraggianti.  C’è anche una veranda. Anche qui ho messo dei vetri colorati, nella veranda anche il pavimento contiene i colori primari; il colore fa parte sempre delle cose che faccio anche se, a volte, sembro preferire le tonalità del grigio. Forse si tratta semplicemente di stati d’animo contrapposti: l’uniformità del grigio accanto all’allegria dei colori. Credo che per affermare un colore, per dipingere una parte di mondo, ci voglia sempre del coraggio. Il bianco, il nero, così come il grigio, sono scelte comode; il colore crea sempre un imbarazzo, non è mai neutrale. Forse per questo mi piace.

Nella casa in piazza ho voluto entrambe queste anime.

Nella casa in piazza c’è un divano nero con dei cuscini colorati. Ho girovagato a lungo per trovare un divano che mi piacesse; e non lo avevo trovato. In un negozio ne avevo visto uno che poteva, in qualche modo, andare bene. Quando ci tornai per comprarlo, quel divano non c’era più, ma c’era questo nero, bellissimo. Fu come un colpo di fulmine, in un istante decisi che lo avrei comprato. Oggi è là, al centro del mio soggiorno. Credo sia perfetto. Accanto c’è una sedia a dondolo presa all’ikea, con i cuscini rossi. C’è anche un tavolino rosso. Così come sono rossi i comodini in camera da letto. C’è molto rosso nella casa in piazza.

Accanto al letto grande, su una mensola, riposa Sam, il pupazzo di stoffa con gli occhi a bottone. “Sam is a strong and silent type” così dice la descrizione. Sam è metà di quello che sono e metà di ciò che vorrei essere.

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