L’ALTRO

“Ciao. Sono l’altro.

Ti ricordi di me?

Non sono sparito, mica sono scappato

mi sono soltanto un poco nascosto

tranquillo: ci sono pure se non sono cercato.

Son l’altro.

Hai scordato quanto m’odiavi?

Volevo chiederti «cosa temevi?»

se mi incrociavi la faccia giravi

se ti seguivo, tu acceleravi.

Sono sempre quello a cui dare la colpa

quello che non rispetta la fila

che si fida dell’uomo con felpa

che fece peccato mangiando la mela.

Sono quello che ha avuto successo

che ha il balcone più alto, più grande

se manca il permesso io faccio lo stesso

perché son l’altro e non faccio domande.

Sono l’altro, certamente il peggiore

ho la pelle di un altro colore

son venuto a rubarti il mestiere

e, se ne ho bisogno, la casa popolare.

Sono l’altro, a volte pure «quell’altro»

ma senza di me tu non esisti

non avresti a chi dare contro.

Senza di me con chi te la prendi ?.

Sono l’altro che ora ti manca

che cerchi dovunque, ma non ci son più.

Lungo la strada o sotto la panca

se ci incontriamo, l’altro sei tu”.

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