NELLO E LA SEMPLIFICAZIONE

“Perbacco” disse sorpreso Nello quando apprese che il padre gli aveva donato un terreno agricolo.

Un lascito ereditario con la sola raccomandazione di portare avanti l’azienda di famiglia.

Fu così che Nello, ancora ragazzino, si ritrovò imprenditore nel commercio degli agrumi.

Nello pensò subito che non doveva essere semplice mandare avanti un’attività di quel tipo, ma non avendo scelta, si rimboccò le maniche e iniziò.

La prima cosa che fece fu comprare un quadernone a quadretti, per tenere la contabilità.

Là annotava con precisione le date della raccolta, i prezzi di vendita, spese e ricavi. Con la sua bella grafia comunicava agli uffici comunali i dettagli del suo commercio con eleganti missive che presentava personalmente.

Accompagnava quella lettera con una busta dove depositava una piccola somma di denaro proporzionale al ricavato: erano le dovute imposte.

Consegnava tutto nelle mani di una donna minuta che lavorava allo sportello e con la quale amava soffermarsi a discorrere di salute, malattie, tempo meteorologico, cucina e parentele.

Talvolta si attardava anche con l’usciere. Il loro argomento favorito era il calcio, anzi il totocalcio, essendo, sia Nello che l’usciere, amanti della schedina.

Andò avanti così per molto tempo.

“…non è così difficile” ragionava Nello.

Ad un certo punto, però, fu proprio l’impiegata dello sportello, dispiaciuta, ad avvisare Nello che in comune avrebbero preferito che le comunicazioni venissero scritte “a macchina”, per evitare che qualche cifra potesse essere fraintesa.

“E’ anche per semplificare” si giustificò la donna.

“Perbacco” disse dubbioso Nello convinto, non solo che fosse già sufficientemente semplice così, ma anche che la sua grafia fosse tanto precisa e ben curata da intendersi senza fatica.

Tuttavia, talvolta, i suoi eccessi di arricciatura potevano indurre a confondere il “6” con l’”8” o addirittura con il “3”. In altri casi, sempre per la medesima abbondanza, persino l’”1” poteva apparire un “7”, e viceversa.

Così Nello fu costretto a comprare una macchina da scrivere che, invero, imparò piuttosto velocemente ad adoperare.

Continuava ad usare il quadernone ma, da quel momento in poi, ricopiava le sue missive a macchina facendo attenzione a non commettere errori di battitura e a non sbavare l’inchiostro sul foglio.

“E’ piuttosto facile” valutò.

Poco dopo dovette modificare pure il sistema di pagamento delle imposte.

“Mi dispiace, signor Nello” le disse la donna minuta “da quest’anno bisogna farlo con un bollettino postale. Io non posso ritirare denaro contante: violerei il codice deontologico”.

“Perbacco” disse meravigliato Nello mentre cercava conforto nello sguardo dell’usciere che annuiva impotente.

Tuttavia “nel compilare e pagare un bollettino postale non c’è niente di complicato” stabilì Nello.

Qualche anno dopo, Nello venne accolto da un espressione ancor più dispiaciuta della donna allo sportello.

“Signor Nello” gli disse, “devo avvertirla che per una questione di rispetto ambientale, non posso più accettare le sue lettere cartacee”.

Nello la fissò stupefatto. Cosa c’era che non andava nelle sue lettere scritte “a macchina”?

“Stiamo abolendo la carta. Tutte le comunicazioni devono pervenirci via e-mail: così sarà più semplice per tutti”.

“Perbacco” disse perplesso Nello, che non sapeva neanche cosa fosse una e-mail.

Questa volta non poteva neanche cercare conforto nello sguardo dell’usciere che nel frattempo era stato sostituito da una porta girevole, così come la schedina era stata rimpiazzata dalle bollette al centro scommesse.

Ripensò a qualche giorno prima, quando al telegiornale un ministro aveva dichiarato che era in corso una massiccia semplificazione burocratica.

“Dev’essere merito del ministro” desunse.

Nello, allora, chiese aiuto a suo nipote.

Il nipote di Nello, quindicenne, invitò lo zio a dotarsi di un personal computer, di un modem e di un collegamento ADSL, quindi creò una casella di posta elettronica con tanto di password, insegnandogli a spedire la posta elettronica.

Nello era orgoglioso di sé. Continuava ad annotare tutto sul quadernone ma ora, dopo aver ricopiato tutto su un foglio elettronico, produceva degli allegati che inviava via mail agli uffici comunali.

“Tutto sommato non è poi così complicato” rifletteva Nello.

Intanto, anno dopo anno, gli agrumi di Nello si deprezzavano e con il ricavato delle vendite si riusciva appena a contenere le spese.

Per arginare la crisi il nuovo ministro aveva dichiarato che gli esperti stavano lavorando ad una nuova grossa semplificazione burocratica che avrebbe fatto risparmiare tempo e denaro.

“Bene” pensò Nello, al quale tuttavia le cose non sembravano così tanto articolate.

Finché ricevette una raccomandata: la sua ultima e-mail era stata respinta.

“La semplice e-mail” vi si leggeva ”è da considerarsi uno strumento inadeguato poiché inefficace dal punto di vista legale. Allo scopo di semplificare qualsivoglia procedimento, si invita l’utente a dotarsi di PEC”.

“Perbacco” pensò stupito Nello “cosa sarà mai questa PEC?”.

Provò a recarsi in municipio a chiedere spiegazioni, ma l’impiegata dello sportello era stata sostituita con uno schermo “touch”, al quale si potevano porre solo FAQ (“che saranno mai poi queste FAQ ?” si chiedeva Nello) ed attendere una risposta per iscritto, ma solo dotandosi di una casella di posta certificata.

A questo punto Nello richiamò suo nipote, che nel frattempo stava per diventare ingegnere. Il giovane gli chiarì che bisognava procurarsi una nuova casella di posta elettronica, in modo che ogni e-mail spedita o ricevuta avesse valore legale. Questa roba si chiamava PEC, ovvero Posta Elettronica Certificata.

Nello annuì pensieroso. “Perbacco” pensò “…ma se è per una questione di legalità, allora è il caso che lo faccia”.

Così Nello, ora, continuava ad avere il suo quadernone a quadretti, però, dopo aver ricopiato le comunicazioni sul foglio elettronico e prodotto l’allegato non lo spediva più da una semplice e-mail, ma dalla PEC. Le sue comunicazioni erano chiare, biocompatibili e legalmente inattaccabili. Senza dimenticare che le sue imposte erano versate senza violare le norme deontologiche di un’impiegata che, in ogni caso, era stata rimossa.

A proposito dei versamenti. Trascorse poco tempo che per Nello non fu più possibile effettuarli tramite bollettino postale; fu quando divenne obbligatorio il MAV bancario. Così Nello dovette aprire un conto corrente bancario dedicato alla sua attività e spostare il luogo delle sue file dalla posta alla filiale di banca più vicina.

Fu proprio l’impiegato a rasserenarlo: “Non abbia timore, mi creda: è tutto molto semplice. E’ solo per una questione di tracciabilità”.

Intanto, col cambio di governo, il nuovo ministro si era affrettato a precisare che il processo di semplificazione non si sarebbe certo fermato, anzi avrebbe ricevuto nuovo impulso!.

“…andrebbe già bene così…” commentò Nello, che iniziava a fare fatica nel gestire la sua piccola azienda.

La PEC e il MAV garantirono comunque a Nello alcuni anni di tranquillità. Sembrava scorrere tutto liscio, quando ricevette una PEC dal Comune.

“Siamo spiacenti” il tono era talmente informale da sembrare provenire da un altro pianeta “ma dal primo Gennaio prossimo venturo, per motivi di sicurezza non si accetteranno più PEC prive di firma digitale”.

“Perbacco” trasalì Nello. Cosa si intendeva per “motivi di sicurezza” ? Forse gruppi di terroristi specializzati nel furto di agrumi stavano tramando di intercettare le sue missive per boicottare l’azienda? Forse la lobby degli agrumi voleva imporre il prezzo alle coltivazioni per acquisire i terreni della zona ?. Chissà.

Nello provò a fare qualche ricerca su google (nel frattempo aveva imparato i rudimenti della navigazione in rete) ma ben presto si arrese. Si affidò al nipote, che nel frattempo non solo era diventato ingegnere ma aveva anche preso un master, pubblicato due libri e vinto un concorso da “associato”.

“Caro zio” gli disse “bisogna che ti doti di un’identità digitale! Occorre solamente una piccola pen drive da inserire nella porta USB, previo riconoscimento da parte di un software”.

Nello faceva fatica a seguire il ragionamento. Ma tanto si impegnò, che alla fine riuscì ad apporre la sua prima firma digitale.

Fu, quello, uno sforzo che fece anche perché incoraggiato dall’appello del subentrato ministro che annunciava tronfio che “oramai la semplificazione burocratica era partita!”.

“Considerato tutto, è un impegno che si può sostenere” decretò Nello.

Ora aveva sempre il suo quadernone a quadretti dove annotava tutto ciò che poi ricopiava al computer, quindi lo trasferiva su un allegato che firmava digitalmente con l’ausilio di una pen drive, infine inseriva tutto in una PEC che spediva agli uffici comunali.

Intanto la crisi avanzava e quell’anno Nello scrisse solamente poche meste righe, con ricavi risibili, che tuttavia vennero trasmessi senza possibilità di essere confusi, nel pieno rispetto dell’ambiente, con valore legale e in assoluta sicurezza. Inoltre effettuò bonifici MAV perfettamente tracciabili senza violare nessun codice deontologico.

Pertanto spiace rammentare che, qualche tempo dopo, il direttore di banca convocò Nello e gli comunicò che avrebbero eliminato gli impiegati allo sportello, quindi tutte le operazioni andavano effettuate in rete grazie all’autenticazione di una O-Key.

“Si fidi” gli disse “per lei diverrà tutto estremamente comodo”. E mentre lo diceva gli sottoponeva decine di documenti da firmare, tanto che Nello si domandava se quel procedimento fosse totalmente rispettoso dell’ambiente.

Quando Nello provò a chiedere spiegazioni sulla soppressione degli impiegati (ai quali comunque si stava affezionando) il direttore di banca lo fulminò: “E’ per la privacy!”.

Tuttavia il direttore stesso, dopo quel mattino, scomparve. Trasferito chissà dove. In banca restarono solo armadi bancomat e reclame di bond sudamericani.

Dall’anno scorso Nello valuta la possibilità di andarsene in pensione. Dopo mezzo secolo ritiene rispettate le volontà del genitore. Intanto ha ricevuto una PEC con tanto di firma digitale dagli uffici comunali.

“Nell’ordine di un complessivo riordino organizzativo e funzionale del dispositivo telematico e degli aspetti amministrativi di tale ente” si leggeva “dal primo del mese prossimo, ogni comunicazione dovrà essere trasmessa tramite sportello telematico. Qualsiasi altra modalità sarà ritenuta irricevibile”.

“Perbacco” pensò sbigottito Nello, immaginando che dietro quell’avviso, così freddo ed incomprensibile, non ci fosse la mano di un umano. E che probabilmente fosse stato un computer, in maniera del tutto anarchica, ad inoltrare quel messaggio all’intera rubrica in memoria.

Nello provò allora a telefonare in municipio per chiedere spiegazioni ma gli rispose una voce registrata che lo rimandò ad altre voci registrate che gli chiesero di rimanere in attesa, per ore, finché giunse l’orario di chiusura degli uffici e la voce registrata suggerì di riprovare il giorno seguente.

Ma il giorno seguente la scene si ripetè.

Nello rifletté bene sul da farsi. Avrebbe voluto esentare il nipote da un ulteriore intervento.

Non ve ne fu modo: di ritorno da un ciclo di lezioni a Stanford, il nipote di Nello si presentò nuovamente al capezzale dello zio.

Gli illustrò che aveva bisogno di una CNS e di un codice SPID, che poi doveva recarsi in un ufficio per ritirare un PIN, quindi doveva dotarsi di un lettore TOKEN e installare un software CRS inclusivo di driver, ma solo se il computer era aggiornato con la nuova versione del windows e del relativo browser. In ogni caso era preferibile fornire al server una PEC di riferimento, per eventuali feedback.

“E’ per una questione di velocità zio” gli spiegava “in questo modo sarà più rapido comunicare con gli uffici comunali”.

“Perbacco” disse scettico Nello.

“Forse dovresti dotarti di un commercialista” concluse il nipote di Nello salutando.

Seguirono cinque giorni di convulse operazioni, finché Nello riuscì a stabilire un contatto con lo sportello telematico del comune.

“Avevo ragione” concluse Nello “mandare avanti un’attività di questo tipo non è così semplice”.

Ora Nello, che tiene sempre il suo quadernone a quadretti dove annota entrate ed uscite, può ricopiare il tutto su un foglio elettronico, produrre un allegato ma evitare di accedere subito alla PEC e di apporre firme digitali (modalità oramai irricevibile), bensì introdursi con la CNS e il PIN nell’area personale dello sportello telematico e seguire le indicazioni, utilizzando, se necessario, la PEC. In questo modo le sue comunicazioni sono chiare, rispettose dell’ambiente, valide legalmente, assolutamente sicure e rapidissime.

Inoltre può pagare le imposte autenticandosi con l’O-Key: metodo perfettamente tracciabile che garantisce la privacy e non infrange norme deontologiche.

Ma ancora per poco. Nello è già stato avvisato che prossimamente dovrà aggiornare la sua O-Key nella modalità smart grazie ad una app da installare sullo smartphone, poiché il sistema è stato ritenuto vulnerabile.

Succede che, nelle sere d’estate, Nello ami radunare i suoi amici all’ombra delle frasche dell’agrumeto.

Tintinnando una forchetta sulla brocca della limonata, ha chiesto l’attenzione dei presenti.

“Sapete” ha esclamato “ieri tramite lo sportello telematico ho comunicato agli uffici comunali la cessazione della mia attività”. Un brusio di meraviglia si è levato tra i presenti che tuttavia non avevano compreso appieno le sue parole.

“Oggi è il mio primo giorno da pensionato!” ha urlato Nello.

 E’ seguito un piccolo applauso. Qualcuno ha sollevato il bicchiere di limonata, qualcun altro ha urlato “auguri”, tutti hanno brindato.  

Poi gli amici di Nello si sono attardati più del solito, prima  giocando a carte e poi a guardare la televisione. Finché al telegiornale è comparso il nuovo ministro.

Che con tono autorevole ha confermato che il governo lavora sempre, ed incessantemente per la “semplificazione”.

“Perbacco” ha bisbigliato incredulo Nello.  

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