L’aspetto più preoccupante della diffusione della rete è senza dubbio l’espansione del fenomeno dei cyber bulli, detti più comunemente “hater” cioè gli “odiatori”. Il problema degli hater è molto serio anche perché è davvero complicato rintracciarli. I cyberbulli agiscono, infatti, in perfetto anonimato grazie a numerosi nickname tramite i quali frequentano tutti i social network grazie a profili senza generalità. Altra caratteristica del cyber bullo è la sua capacità di mimetizzarsi, vivendo in condizioni di assoluta normalità in case del tutto anonime, in banali condomini tra il centro e la periferia, svolgendo lavori del tutto banali come il bancario, l’avvocato, l’architetto o il disoccupato.
Un hater, vivendo in un abitazione del tutto normale, potrebbe essere tranquillamente il nostro vicino di casa. Se si potesse visitare la casa dell’hater (clicca sull’immagine per ingrandire), scopriremmo che contiene le classiche stanze che compaiono in tutte le altre case del mondo: quelle da letto, il bagno grande ed uno di servizio, la camera dei bambini presenti o futuri, il salottino con la console e le foto dei parenti vivi o morti ed il canonico ripostiglio per le scope e la differenziata. Elemento fondamentale, che spesso si confonde anch’esso per consueto, è però il corridoio: questo trovandosi subito prima della stanza del cyberbullo funge da filtro per eventuali curiosi, visitatori molesti o agenti della polizia postale.
Dunque la particolarità della casa ideale del cyberbullo si riduce alla presenza di una stanza altrimenti vuota che l’hater adibisce come il suo luogo operativo, è quella la sua stanza ideale.
La stanza ideale del cyberbullo ospita pochi elementi, gli esperti ne hanno individuati precisamente otto.
1) Una libreria contenente testi di dottrine cospirazioniste su banche, ebrei, massoneria e aziende farmaceutiche, nonché di teorie complottiste su “11 Settembre”, assassinio Kennedy e sbarco sulla luna. Una parte della libreria è dedicata pure alle riviste di gossip e a vecchi quotidiani sportivi, a volte anche almanacchi, poiché l’hater spesso preferisce forum calcistici dove è in grado di rinfacciare episodi personali risalenti anche a vent’anni prima.
2) Un divano-letto per malaugurati colpi di sonno, dovuti a maratone web dalle 20 ore in su. Si tratta di un divano-letto scomodissimo per evitare che l’hater dorma per più di venti minuti consecutivi.
3) La macchina del caffè a cialde per sostenere eventuali veglie per “odiate” notturne. Le cialde sono sempre di miscela ultraforte contenenti gli stessi mg di caffeina presente in una cassa di Redbull. Questo rende l’hater anche particolarmente nervoso.
4) Tastiera intelligente, fabbricata a Singapore da altri hater, con tasti morbidi e rimbalzanti di ultimissima generazione, per scrittura ultrarapida.
5) Monitor almeno da 37 pollici per consentire all’hater di tenere aperte almeno 12 finestre contemporaneamente ed operare ovunque senza compromettere diottrie.
6) Lampada con luce fioca al massimo da 10 W per mantenere una certa, indispensabile, penombra nella stanza (l’hater lavora proverbialmente meglio nell’oscurità)
7) Poltroncina in pelle, fisionomica, regolabile sia in altezza che in inclinazione dello schienale per resistere ad interminabili sedute senza compromettere l’uso delle vertebre lombari e cervicali.
8) Finestra, sempre chiusa, specie di giorno per evitare l’ingresso della luce naturale.
Quando un hater cambia casa, la prima cosa che chiede all’agente immobiliare è la presenza di una stanza libera, per farne la sua ideale, in caso contrario è costretto ad arrangiarsi nel ripostiglio delle scope, giustamente al posto della differenziata.
Altre case ideali (clicca per leggere):
della signora delle pulizie (non sua ma dove va a fare le pulizie)
del maschio italiano single (solo)
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