Ogni anno, di questi tempi in costiera amalfitana, si parla tanto di traffico. Compaiono decine di esperti che snocciolano provvedimenti a loro dire geniali per impedire il formarsi di file chilometriche, tipo istituire un numero chiuso agli ingressi come già accade sulle isole, il senso unico alternato, la costruzione di nuovi parcheggi e altre amenità del genere. Ma per sconfiggere veramente il traffico, si deve prima di tutto imparare a conoscerlo, combattendone i principali produttori.
Ecco la classifica dei peggiori 5 produttori di traffico, con i relativi rimedi.
Al 5° posto: Quella che vuole fare la foto dal finestrino.
Si tratta di un esemplare assai diffuso nei giorni festivi. In genere è una donna che mentre il marito è impegnato nella guida della sua berlina, si sporge da un finestrino impugnando la sua digitale. Ovviamente per scattare una foto occorre che il marito rallenti fin quasi a fermarsi, altrimenti la foto viene “mossa”. Nel frattempo tutti quelli che si sono raggruppati dietro in fila, istintivamente si girano verso l’obiettivo della foto e si domandano: “ma che c… sta fotografando ?”. Rimedio: Suonare il clacson con insistenza, accompagnando il segnale acustico con una violenta bestemmia.
Al 4° posto: Quello furbo che vuole parcheggiare.
Esiste una folta rappresentanza di automobilisti furbi che durante il viaggio in costiera, appena scorgono un metro in più di larghezza della carreggiata, un rettilineo meno stretto o anche qualcosa che somigli vagamente ad una piazzola di sosta, pensano di aver trovato la soluzione al problema parcheggio e, felpatamente, come se fossero loro i furbi e tutti gli altri i fessi, parcheggiano. Quindi felici come un bimbo il giorno di Natale, mettono il telo antisole sul cruscotto e si allontanano soddisfatti ignorando che quel parcheggio causando un restringimento della carreggiata produrrà rallentamenti e traffico, oltre che la sua classificazione nella categoria ironica dei “più intelligenti”. Rimedio: Il carro attrezzi.
Al 3° posto: Quello che forma il gruppo di ciclisti perché si crede al giro d’Italia.
Bisogna che qualcuno dica una volta per tutte che la strada costiera non è una strada adatta per i ciclisti. Questo non vuol dire che i ciclisti non ci debbano transitare, anzi il ciclista singolo è quasi sempre inoffensivo, il problema è il gruppo tipo giro d’Italia. Il “Gruppo” di ciclisti non è una specie spontanea che si forma naturalmente in natura, per plasmare il “Gruppo” occorre l’intervento di un fattore esterno detto “organizzatore” che la sera prima telefona a tutti i suoi amici, da quello semi professionista a quello che a stento si tiene in equilibrio e gli propone la gita in costiera nel giorno di massimo traffico. Imbattersi nel “Gruppo” di ciclisti metterebbe a dura prova anche la pazienza del Dalai Lama. Rimedio: L’incidente meccanico di uno dei ciclisti che, invocando solidarietà, costringe tutti gli altri a fermarsi ad attenderlo.
Al 2° posto: Quello con il bus tedesco da 12 metri.
Nonostante i divieti, gli sconsigli, la strada stretta e tutto quanto il resto, immancabilmente nell’ora di punta del giorno di punta, lungo la via ci si imbatte sempre nel bus tedesco lungo quanto un treno interregionale che ad ogni curva deve fare la manovra con la marcia indietro. L’autista tedesco anch’egli, ha sempre l’aria di quello che si è perso che quando gli si fa notare che dietro di sé c’è una fila di 14 chilometri, lui allarga le braccia, ti guarda con la faccia del coniglio pronto per andare al macello, e sorride. Ed è in quel momento che vorresti ripristinare il filo spinato al Frejus. (Inoltre, particolare non trascurabile, il bus tedesco da 12 metri è quasi sempre vuoto). Rimedio: la pattuglia dei carabinieri che lo costringe ad accostare almeno per le successive 12 ore.
Al 1° posto: Quello che ha noleggiato il SUV ma non lo sa guidare.
Il più pericoloso produttore di traffico è lui. Il benestante del nord-est, oppure lo straniero, che raggiunta Napoli in aereo, noleggia un SUV largo quanto una betoniera e si avventura in costiera. Secondo una teoria consolidata, infatti, in costiera meno sei capace di guidare e più grande tieni la macchina. Il teorema è confermato anche dall’eccezione costituita da quelli che hanno la Smart che non sanno mai guidare, a prescindere. Quello del SUV è un produttore di traffico seriale, in tutti gli incroci infatti, procede mantenendosi distante un metro e mezzo dal muretto o dalla roccia per paura di graffiarlo, pretendendo che quello dall’altro lato riesca ad infilarsi nello spazio restante. Rimedio: Non esistono contromisure efficaci. L’unica sarebbe bussargli al finestrino, farlo scendere e fargli, se si è in grado, un paliatone, ma non sarebbe una soluzione.
Fuori classifica si trova il semaforo, che è un eccellente produttore di traffico, ma intoccabile poiché sostenuto dalla potentissima lobby del semaforo.
Una posizione a parte, invece, merita il vigile. In alcuni casi, infatti, il traffico riuscirebbe autonomamente a scorrere piuttosto fluidamente, finché arriva il vigile che, ergendosi a salvatore della patria, con alcune scelte suicide, finisce per provocare file incomprensibili. Si tratta però di un pericolo in genere transitorio: quando il vigile si rende conto (o magari glielo dicono) di essere proprio lui la causa del traffico, allora fa finta di ricevere una telefonata e lentamente, prima si posiziona su un lato della strada, quindi si allontana facendo finta di niente.
A Napoli, questi due fenomeni li hanno compresi benissimo ed infatti i semafori non li rispetta nessuno ed i vigili sono figure quasi mitologiche.
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