Un mio amico architetto ha mollato il mestiere nella sua accezione tradizionale ed ora si occupa di ascensori.
Il ramo ascensori, nonostante sia un pò trascurato, non va mai in crisi. Da quando sono stati inventati, gli ascensori non sono mai passati di moda; alcuni, periodicamente, hanno pensato di poterne fare a meno, di ignorarne l’importanza e utilizzare soluzioni alternative, ma poi, hanno dovuto cedere e sono tornati ad occuparsi di ascensori.
Che mondo sarebbe senza ascensori ? Tante persone non sarebbero al loro posto, non nel momento giusto almeno. Altri si troverebbero in piani che non gli appartengono, cosa che puntualmente avviene, ma solo perché nessuno è andato a sistemare bene l’ascensore o si tratta di un ascensore vecchio che funziona lentamente e male.
Il mio amico ha iniziato occupandosi di ascensori tradizionali. Ha messo un annuncio su un famoso sito internet. Ha scritto qualcosa tipo: “Professionista con esperienza decennale, disponibile per qualsiasi tipo di ascensore da ristrutturare o da realizzare ex-novo”. Ha mentito, ma tutti mentono quando pubblicano un annuncio. Per convincere i suoi potenziali clienti, il mio amico architetto inoltre ha messo una sua foto. Devo dire che in questo caso lo ha molto aiutato il suo aspetto. Oggi se non hai un ottimo aspetto non hai speranze di sfondare in qualsiasi mondo lavorativo. La sua foto, sorridente, in camicia bianca e cravatta sottile nera, lo ha certamente aiutato. Ma solo al principio, poi gli è servito soprattutto essere preparato e brillante.
Mi ha detto che dopo due giorni doveva già da occuparsi di tre ascensori.
Forse qualcuno ritiene che l’ascensore sia materia da ingegneri, da periti di qualcosa, fabbri o meccanici dalle mani sporche di ruggine e ferrame, invece in tanti possono occuparsi di ascensori. Basta saper bene maneggiare le altitudini e le quote, le abitudini e le storie, capire qualcosa di pistoni e motori non guasta, ma la cosa più importante è comprendere le dimensioni della cabina e la capienza. Il più grave errore che può fare un progettista di ascensori, infatti, è sbagliare la grandezza della cabina, consentire che entri gente sbagliata.
Ma torniamo al mio amico. Ha iniziato con ascensori tradizionali, funzionavano ancora abbastanza bene anche prima del suo arrivo, mi diceva, però lui li ha sistemati per bene e, dopo il suo intervento, sono di molto migliorati. Poi è passato ad ascensori più moderni, in posti dove erano da molto bloccati. Luoghi importanti dove apparentemente sembrava funzionassero bene, ma invece erano quasi fermi.
“Su un ascensore nuovo di zecca”, mi disse “avevano appiccicato un cartello con su scritto: fuori servizio. Invece funzionava benissimo”. Praticamente era un finto ascensore. “Il mondo è pieno di ascensori finti” mi ha anche detto un giorno.
In quel caso gli è bastato togliere il cartello: fu un lavoro solo apparentemente semplicissimo, senza dubbio molto prestigioso. Da allora il mio amico è diventato piuttosto famoso negli ambienti degli ascensori, anche qualche pezzo grosso della politica sembra essersi accorto di lui. Per il mio amico architetto è stata una soddisfazione enorme, ritengo che mai ci sarebbe riuscito rimanendo un semplice architetto.
Da questa storia ho imparato che questo mondo ha sempre bisogno di ascensori. Ma non finti. Per salire soprattutto, ma a volte pure per scendere. Ci vogliono ascensori nuovi che sostituiscano i vecchi o ascensori nuovi e basta dove non ce ne sono mai stati e nessuno ha mai pensato di farne. Sembra una cosa complicata ma a volte occorre semplicemente togliere un cartello.
C’è un bisogno assoluto di ascensori.
Sociali però: ascensori sociali.
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