Piccola poesia in rima incrociata, dedicata al ricordo di un lontano amore (platonico) estivo (e successivamente epistolare).
Ti ho vista felice su una foto in Iran
raggiante in Giordania, Israele, Albania
compari sul monitor della mia scrivania
dove consumo il mio fasto tran tran.
A spasso tu porti il tuo dolce sorriso
da face book annoto i posti che viaggi
cammini nei parchi, riposi ai campeggi
davanti ad un lago fai smorfie di viso.
Ricordi ?
non facevam trent’anni di somma
piccoli ometti o progetti di adulti
l’apparecchio di ferro portavo sui denti
tu frangia monella e scarpe di gomma.
In spiaggia tra mille facevo il contorno
le donne parevan pianeti lontani
ero asciutto di lingua e sudato di mani
e tu già pensavi alla via del ritorno.
Non dissi: “rimani, coraggio, su resta”
che tanto saresti partita più uguale
tanto il mio amore non fu coniugale
piuttosto una cotta o un affetto di Agosto.
Ci credi ?
Neanche una foto scattammo in quei giorni
chè prima eran rare le pose di gruppo
ma nella memoria io ho lo sviluppo
di ogni partenza e dei tuoi rari ritorni.
Ed ora che neanche rammenti chi scrive
volando in Armenia, Africa e Cina
non torni mai più sulla sabbia più fina
nemmeno conservi (ci scommetto) le mie vecchie missive.
Ognuno di noi ha un amore suo estivo
tenace compagno di una vita in frenata
sa bene che è un film dalla trama mancata.
che finisce raccolto in un testo in corsivo.
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