Andrea avrà ad occhio e croce 25 anni e fa il marinaio sul gozzo che da Lipari fa la linea per le isole.
Di solito da Lipari raggiunge l’isola di Salina, la circumnaviga e torna indietro. Ma a volte cambia: va a Panarea o a Vulcano. A Stromboli no, troppo lunga la tratta, non gli piace.
Fa questo da quando aveva 14 anni e ha smesso di andare a scuola. Suo padre avrebbe voluto portarlo con lui a pescare i gamberi ma ad Andrea la pesca non è mai piaciuta. Ad Andrea è sempre piaciuto fare il marinaio. Parte ogni mattina alle nove dal molo piccolo, arriva sempre mezz’ora prima del capitano, sistema la barca, da lo straccio sulle panche, controlla se il frigo è pieno e se ogni cima è stretta bene. Quando arrivano i turisti lui raccoglie i biglietti poi tira la passerella sulla banchina e li fa salire mentre il capitano accende il motore e lo lascia in “folle”.
Andrea è magro, ha un filo di barba e gli occhi chiari. Non indossa mai scarpe, si muove sul legno della barca come su un prato fine e si tiene in equilibrio sul bordo come un trapezista. Quando sono tutti a bordo il capitano gli fa un cenno e lui tira su l’ancora, slaccia le cime, ritira le boe sullo scafo. Poi si mette seduto a poppa, col sedere sul fianco stretto e scruta davanti a sé. Quando il capitano fa le soste lui racconta la storia di ogni spiaggia.
“Questa è il faro di…”, oppure “questa grotta si chiama..”, “qui sotto è pieno di spigole”, “qui d’inverno tira il grecale e non si può passare”. Se qualcuno gli fa una domanda più complicata lui risponde che non sa la risposta.
Quando tutti si tuffano dalla barca Andrea non perde d’occhio nessuno. Se taluno si allontana lui fischia e lo riporta vicino con la mano. Non chiama mai per nome il capitano, che poi il capitano avrà al massimo 35 anni, potrebbero essere suo fratello maggiore. Alla terza sosta Andrea sale sul tetto della barca e dice: “ora mi tuffo anche io”. E tutti lo guardano perché hanno capito che lui farà il tuffo più bello. Ed infatti Andrea si lancia con una parabola perfetta ed entra in acqua precisamente con la testa dritta e la schiena arcuata, come il più acrobatico dei tuffatori. E qualcuno fa un applauso, ed Andrea sorride. Quando si fa tardi e bisogna risalire tutti a bordo Andrea dice che potrebbero esserci le meduse e allora tutti si sbrigano a risalire anche se non ci crede nessuno. “Le meduse non ci sono qui”, dice, controlla che ci siano tutti e la barca riparte. A volte sostituisce le meduse con i piranha. Però ride prima.
A mezzogiorno Andrea tira fuori la bottiglia di spumante e dice che quel giorno è il suo compleanno. Non è vero. Però lo dice per farsi fare gli auguri e per festeggiare qualcosa, qualsiasi cosa. Poi mentre riempie i bicchieri e tutti gli chiedono “ma quanti anni fai ?”, dice: “non è vero”.
Andrea ha la voce afona, il sole non gli ha consumato la pelle ma le corde vocali. E poi ha un tatuaggio piuttosto grande sulla schiena, al centro tra le due scapole, c’è un àncora e una frase in latino che non si legge bene. Dice qualcosa sulla forza e lo spirito. Se provi a chiedere ad Andrea cosa vuol dire lui non ti risponde, dice che lo ha fatto troppo tempo fa e non si ricorda.
Andrea è gentile con tutti ma con le donne un po’ di più. Lui non ha una donna, forse perché non saprebbe dove metterla sul gozzo o forse perché non ne sente il bisogno. Se qualcuno gli chiede qualcosa sulle donne lui risponde che sono come gli squali.
Quando si sbarca alla spiaggia di Lingua, Andrea consiglia di andare sempre al solito ristorante. Forse è un suo amico o addirittura un suo parente. Dice: “io vi raccomando di mangiare i calamari imbottiti, cucinati nella Malvasia”, a questo punto tutti i passeggeri lo guardano curiosi. Allora Andrea aggiunge: “sono come le caramelle, ne mangi uno e ne hai sempre voglia di un altro”.
Andrea parla anche lingue straniere. Un po’ di francese, frasi intere di spagnolo ed improvvisazioni in inglese. Quando non conosce la parola, la inventa. Oppure la dice in italiano, chi vuole capire capisca.
Quando la gita finisce Andrea aiuta tutti a scendere poi si siede al bar del porto, beve birra chiara e fuma tabacco finché il sole non sparisce dietro la collina. Il capitano a volte si ferma con lui, fumano e bevono insieme. Al tramonto Andrea prende dritto il vicolo che porta in centro e sparisce. Nessuno sa dove vada, se viva ancora con il padre, se ha ancora una madre, qualcuno che gli faccia compagnia.
Andrea fa questa vita ogni giorno dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio, tutti i giorni dalla prima settimana di Maggio fino alla metà di Ottobre. Capita anche fino a tutto Ottobre, dipende dal tempo. Poi si riposa.
A volte il padre gli chiede ancora di aiutarlo a pescare i gamberi, ma lui non vuole.
Andrea vuole fare tutta la vita il marinaio: circumnavigare Salina, slacciare le boe, tuffarsi dal tetto. Urlare “tornate a bordo che ci sono le meduse” e scansare gli squali.
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