L’AUTOREVOLEZZA DELL’ARCHITETTO (DI MEZZ’ETA’)

Oggi il vero problema dell’architetto italiano, di mezz’età anagrafica ovvero quarantenne (quindi giovane architetto), è l’autorevolezza. Farsi rispettare è diventato davvero impossibile, ma non è solo una questione di etica, è proprio che la concorrenza è diventata feroce: tutti vogliono capire di architettura e il cittadino, culturalmente e socialmente medio, non sa più a chi credere. Però bisogna smetterla con questa faccenda che tutti capiscono tutto e l’architetto che è l’unico che ha studiato per poter dire una parola non venga preso sul serio.

Sul problema dell’autorevolezza dell’architetto sono stati condotti numerosi esperimenti, attraverso l’osservazione del classico caso-studio, ovvero il cantiere edilizio per strada quando si è in presenza di un problema di grado moderato-grave. Tutti sanno che il cantiere edilizio in luogo aperto è per antonomasia il luogo di dibattito e concertazione infinita tra numerosissimi soggetti più o meno competenti, quindi il posto ideale per controllare la credibilità di chiunque agli occhi del committente medio.

Da tale esperimento si è potuta stilare una scala di autorevolezza che è stata chiamata, per devozione, Scala di Thutcosis (dal nome dell’architetto egiziano inventore nel 1540 a.C. del cantiere edilizio) suddivisa in quattro gironi in ordine di autorità e sulla quale l’architetto si posiziona su un gradino, purtroppo, tra le retrovie.

SCALA DI THUTCOSIS (clicca sull’immagine per ingrandire)

Girone degli autorevoli

1°: L’Ingegnere Anziano: Meglio se con capelli bianchi e borsa in pelle vera portata da un giovane, ingegnere anch’egli (a volte si tratta del figlio). L’I.A. parla pochissimo, non più di 20 battute ogni ora, osserva annoiato tutto e lascia parlare chiunque. Il committente medio aspetta che dica qualcosa come i discepoli aspettavano Gesù al tempio. Dopo il suo responso, il dibattito è definitivamente e perentoriamente concluso. Il suo parere vale come sentenza di cassazione.

2°: Il Capomastro in Pensione: Spesso viene chiamato apposta a casa, o si aspetta il suo passaggio dal ritorno dalla spesa o dalla passeggiata con il cane. Non sempre il C. in P. ha voglia di dire la sua e non si capisce mai il motivo: o perché oramai si sente in pensione e non vuole scocciature o perché non sa cosa dire. Il suo giudizio, se arriva, viene tenuto in altissima considerazione, vale molto, almeno come l’asso a briscola.

3°: L’Artigiano Titolare di Ditta con Molti Operai: Per la committenza possedere una ditta con molti operai significa possedere titoli a sufficienza per poter prendere qualsiasi tipo di decisione. Non importa di che tipo di artigiano si tratti: idraulico, falegname, fabbro ecc.; l’importante è comandare molte persone facendosi ubbidire. In genere l’A.T. di D. con M.O., proprio perché ha molti sottoposti, non ha tempo da sprecare, quindi i suoi giudizi sono sempre rapidi e netti. Questo, agli occhi del committente, gli conferisce ancora più attendibilità. Inoltre ha una indiscussa virtù: se sbaglia, sa sempre come dare la colpa a qualcun altro.

4° Il Vecchio Geometra: In ogni paese, anzi in ogni quartiere, c’è un vecchio geometra. A volte sul suo passato non si sa nulla, si sa solo che è geometra. Di solito non è neanche importante se, durante tutta la sua vita, non si è mai occupato di edilizia, essere vecchio e possedere un diploma di geometra gli conferisce l’autorevolezza di un santone indiano. In genere il V.G. dà consigli non strettamente legati al fatto tecnico ma riguardanti dettagli ai quali nessuno ha fatto caso. Tipo vecchie tubature sotterrate, nuovi abusi edilizi, materiali difettati o sprechi di denaro. Anche se non dà quasi mai soluzioni al problema in esame, risulta utilissimo ai fini del dibattito in generale.

Girone dei competenti

5°: Il Tecnico Collaterale: Dicesi T.C. un professionista, non per forza laureato, che si occupa in qualche modo della materia tecnica, anche se non è esattamente quella di cui al problema. Esempi classici di T.C. sono i geologi, i produttori di cemento, i ponteggiatori ecc.; questi vengono interrogati quando sembra che il quesito stia assumendo contorni misteriosi e i presenti brancolano nel buio. A volte T.C. particolarmente preparati possono scalare di girone e raggiungere il livello superiore, venendo assunti a parere senza timore di essere smentiti. Per questo motivo molti T.C., alla lunga, vengono chiamati, confidenzialmente, “ingegneri”.

6°: Il Capomastro in Attività: In ogni cantiere il capomastro, meglio se proprio di quel cantiere, viene tenuto in buona considerazione, di qualsiasi età sia o ambito appartenga. La grande virtù dei C. in A. è quella di non aver tempo da perdere a meno che non vengano pagati a tempo, in quest’ultimo caso tergiversano a lungo chiedendo sempre nuove consulenze. Di solito quando tutti gli esperti o presunti tali, dopo aver dispensato ogni tipo di consiglio, spariscono, il C. in A., in assenza di una decisione precisa, rimane solo con l’onere di dover scegliere il da farsi. E fa di testa sua.

7°: Il Giovane che porta la borsa all’Ingegnere Anziano: Si tratta di una antica credenza che suppone che le conoscenze si propaghino per conduzione come il calore o la mononucleosi. Cioè se un giovane, anche poco brillante, sta tanto tempo a contatto con un ingegnere molto preparato, alla fine diventa preparato anche lui. Tuttavia, siccome il G. portaborse dell’I.A., nel 99% dei casi viaggia sempre insieme all’I.A. (e la sua borsa) è difficile che possa esprimere pareri in completa autonomia e libertà. Spesso viene interrogato quando il suo superiore è distratto o restio a concedere pareri. A volte ciò che ha da dire lo dice all’orecchio di qualcuno che poi lo riferisce a tutti gli altri.

8°: Il Vicino di Casa (o vecchio proprietario dell’immobile): Anche in questo caso si ritiene che le conoscenze si possano propagare per uno strano fenomeno fisico. Nella circostanza specifica per mera anzianità e affezione ai luoghi. Il V.di C. viene tenuto in considerazione nella speranza che conosca cose di quell’ambiente che nessuno sa, anche pettegolezzi, alberi genealogici dei condomini, retroscena sulle compravendite ecc. Unica controindicazione è comprendere e separare il consiglio disinteressato da quello interessato, volto a conseguire qualche interesse strettamente personale.

Girone degli inerti

9°: Il Parente del Committente: Nonostante le cattiverie che si dicono sempre sui parenti, quando c’è un problema spuntano sempre fuori con le loro irrinunciabili competenze. In assenza di parenti da consultare si ricorre agli amici o a semplici conoscenti. Dal punto di vista algebrico un parente vale quanto due amici e quattro conoscenti. Le consulenze del P.del C., come tutte quelle degli inerti, vengono richieste ma non provocano reazioni sensibili, vengono solamente acquisite e riportate a verbale.

10°: L’Operaio Manovale: Trovandosi già sul cantiere vale comunque la pena di sentire anche il parere dell’O.M. che in termini di credibilità vale come un Artigiano Singolo. Non importa se si tratta di un semplice scaricatore o dell’autista del furgone della ditta, oppure che l’argomento è, ad esempio, un cedimento nelle fondazioni e l’artigiano è un falegname, in questo caso l’autorità proviene tutta dal livello di sporcizia del suo abbigliamento e dal fatto di indossare le scarpe antinfortunistica.

11°: L’Architetto di mezza età: Solo all’undicesima posizione troviamo l’A.di M.E., che occupa un posto intermedio tra l’architetto neolaureato che si troverebbe nel girone sottostante e l’architetto over 60 che, alimentando il dubbio che si tratti di un ingegnere, può assurgere fino al girone dei competenti. L’A.di M.E. si impegna moltissimo per assumere un ruolo nella discussione, a volte utilizzando termini molto tecnici che pensa di conoscere solo lui, quali: “lesione passante”, “risanamento conservativo”, standard urbanistici”, “massetto alleggerito” ecc.. In genere, essendo il direttore dei lavori, prova ad opporsi con forza a soluzioni estreme, specie quando sente che la situazione gli stia sfuggendo dal controllo e intravede guai esclusivamente per lui. Nel tentativo di acquisire credito, prova a ricordare ai presenti che la responsabilità del cantiere è sua, argomento che non sempre fa presa. Anzi solleva la maggior parte degli autorevoli da qualsiasi dubbio nel caso si debbano effettuare operazioni al limite della legalità. In genere, davanti a posizioni ritenute più credibili delle sue, fa un paio di passi indietro e aspetta gli aggiornamenti.

12°: L’Anziano del Luogo: Solitamente ogni cantiere edilizio in luogo aperto viene accerchiato da un nugolo di anziani che controlla lo svolgimento dei lavori H24. Tuttavia un occhio allenato sa riconoscere chi, tra decine di anziani osservanti, è il vero capogruppo. L’A.del L. che era già vivo e capace di intendere quando quell’edificio venne costruito e che ha esperienza e saggezza necessaria per sostenere una discussione senza timore di essere smentito, viene penalizzato dalla lentezza dei movimenti e della prolissità dell’eloquenza; viene sempre interrogato, anche nella speranza di imbattersi in un anziano che in realtà è un Capomastro in Pensione (in incognita).

Girone degli irrilevanti

13°: L’Amministratore di Condominio: Dispiace dirlo ma non ci sono più gli amministratori di condominio di una volta. Si tratta oramai di un lavoro troppo faticoso e stressante che non vuole più fare nessuno e allora viene lasciato a ragionieri molto astuti, insegnanti con i pomeriggi liberi o a extracomunitari intraprendenti. Il suo parere viene richiesto solo per tenere buona l’assemblea che potrebbe opporsi, improvvisamente, a qualsiasi decisione o per avvertirlo di provvedere ad una nuova suddivisione delle spese impreviste secondo i millesimi di proprietà.

14°: Il Figlio Minorenne del Committente: Ragazzini dagli 8 ai 17 anni, spesso, seguono il Committente per motivi che vanno dall’abbandono della madre alla necessità di un passaggio in auto. In genere non hanno molto interesse per la proprietà immobiliare del genitore ma non rinunciano mai ad esprimere una valutazione, che nel caso di liceali giudicati particolarmente assennati, riceve una discreta attenzione pari a quella riservata ad un’A.di C. rumeno con diploma di perito elettronico.

15°: Il Barbiere Curioso: Rappresenta il prototipo di qualsiasi soggetto, stazionante nelle vicinanze (commercianti, postini, donne delle pulizie) che, inevitabilmente, alla prima adunata si avvicinano chiedendo lumi. Di solito la loro posizione è defilata, si limitano a registrare le conversazioni come il cancelliere al tribunale, aspettando il momento giusto per poter dire una parola. Quando, improvvisamente, si inseriscono nella conversazione, lo fanno in maniera molto sorprendente, esclamando frasi ad effetto sperando che qualcuno gli dia udienza, almeno per una dozzina di secondi. Capita raramente.

16°: Il Passante Sconosciuto: Nessuno sa chi sia. Passa, si intromette, si appropria dell’attenzione dei presenti. Dice la sua. Se ne va. Nessuno gli dà credito. Dopo molto tempo, a cose fatte, si scopre che aveva ragione lui (ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo).

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