10 COSE CHE UN ARCHITETTO NON PUO’ FARE

Molti credono che diventare architetti apra le porte ad infinite possibilità, il che probabilmente è quasi vero, infatti in Italia gli architetti fanno molte cose nel campo della letteratura, cinema, musica, spettacolo eccetera. Ma questa sensazione di onnipotenza è solo un illusione: è altrettanto chiaro, infatti, che il divenire architetto, ovvero la sola acquisizione del titolo di studio, impedisce tecnicamente e sociologicamente all’architetto di fare molte altre cose.

Ecco 10 cose che un architetto non può fare.

–        Il muratore: E’ il più classico dei paradossi. Un architetto, teoricamente, sa tutto quello che fanno i muratori, ma si tratta di un potenziale che nessuno ha voglia di mettere alla prova. Inoltre l’architetto, per una questione di ruoli, deve porsi al comando dei muratori quindi non può diventare mai uno di loro. Neanche se dovesse fare facili lavori a casa sua. L’architetto mutandosi in muratore commetterebbe un incredibile ingenuità: perderebbe tutta la sua autorevolezza. Che, a volte, è già poca.

–        Il poeta: Nonostante la formazione culturale dell’architetto preveda ampi parti umanistiche, un architetto che si dichiara poeta non è tanto credibile. Nell’immaginario collettivo, infatti, l’architetto riveste un ruolo tecnico, non incline al romanticismo e all’uso della rima. Un architetto che cede alla lirica poetica viene considerato troppo slegato dalla realtà per occuparsi anche di cemento e intonaco, dunque la sua carriera di architetto ne sarebbe assolutamente compromessa.

–        L’asfaltista: Fosse per gli architetti ogni terrazzo diventerebbe tetto-giardino, qualsiasi rotatoria, un’aiuola, ogni strada un giardino. Ecco perché un architetto non potrebbe mai fare l’asfaltista. Inoltre un architetto alle prese con la fiamma ossidrica farebbe davvero troppa fatica e, ad esempio ad  Agosto, suderebbe in maniera eccessiva, inoltre dovrebbe vestirsi con jeans slabbrati che durante la posa della guaina, ovvero nei casi di massimo piegamento in avanti, scoprirebbero troppo il culo. Una caduta di stile imperdonabile.

–        Il parcheggiatore: Sebbene la geometria rappresenti una delle discipline più consuete per un architetto, la disposizione e la rapidità di movimento delle automobili in un parcheggio prevedono un talento per l’improvvisazione e alla provvisorietà che un architetto non può possedere dopo anni di infinite riflessioni progettuali anche sul dove posizionare il ripostiglio delle scope. Maggiori possibilità ci sono per quanto riguarda il parcheggiatore abusivo, per le doti di fantasia che deve possedere.

–        Il cameriere: Un architetto che viene sorpreso a fare il cameriere viene immediatamente inserito nella categoria di quelli che “non arrivano alla fine del mese”. Non serve che l’architetto spieghi che quella è una vera e propria vocazione, che ha sempre sognato fare il cameriere da cerimonia o il maitre di sala, non sarà mai creduto; a nulla gli servirà, inoltre, dimostrare che era cameriere già prima di diventare architetto. Anzi, questa sarà considerata un aggravante. La considerazione vale per tutti quei lavori occasionali che si fanno passare come “extra” e che oggi vengono pagati tutti con i voucher, tipo baby sitter, vendemmiatore, raccoglitore di pomodori ecc.

–        Il gigolò/la Escort: Anche questo caso potrebbe ricadere nei lavori che vengono svolti come extra per arrotondare se non fosse che un gigolò o una escort guadagnano molto di più di un architetto. In genere se un architetto ha le qualità ed il talento sufficiente per fare questo tipo di lavoro, non si capisce come mai abbia deciso di impiegare così tanto tempo e fatica per diventare architetto. Anche per questo non è possibile che lo diventi dopo. Tuttavia ammettiamo che abbia scoperto questa vocazione solo dopo aver terminato il corso di studi, a quel punto in breve tempo sceglierà di farlo a tempo pieno, richiudendo la laurea nel cassetto e, se interrogato, rinnegherà il titolo di studio, come San Pietro, prima che il gallo canti.

–        Il poliziotto/carabiniere/vigile urbano: Per il rapporto complicato che l’architetto naturalmente sviluppa con le forze dell’ordine è pressoché impossibile che si converta e passi dall’altra parte della barricata, mutandosi da controllato a controllore. Inoltre un architetto sviluppa naturalmente un alto tasso di tolleranza umana e tecnica che lo renderebbe un pessimo interprete della regola marziale. Infine un architetto non sarebbe mai capace di scrivere un verbale di polizia poiché utilizzerebbe un numero di proposizioni assolutamente esagerato.

–        L’equilibrista: Gli architetti, a causa dei loro stressanti studi di materie quali statica e tecnica delle strutture, si laureano con numerose nozioni scientifiche che però imparano male e spesso a memoria. Questo li porta a maturare una profonda sfiducia nei confronti degli stati di equilibrio che non ritengono assolutamente stabili. Per questo motivo non potrebbero mai camminare sulla corda, volare sul trapezio o saltare nel cerchio di fuoco. Possono farlo, ma solo metaforicamente.

–        L’addestratore di cani: Il motivo fondamentale per cui un architetto non può addestrare un cane è che, per spiegare qualsiasi cosa, un architetto usa sempre un disegno. Allo stesso modo gli sono preclusi i cavalli, gli elefanti, le tigri e i rapaci. Rimane qualche chances con le scimmie.

–        Il Miliardario: Certamente, in Italia, un architetto se non è già ricco prima, non lo diventerà mai, perlomeno non facendo l’architetto. Tuttavia se uno è già ricco, non si comprende per quale motivo dovrebbe mettersi a studiare per fare l’architetto.

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